SICUREZZA
Senatore, vorrei cominciare la discussione facendo una domanda che è nel cuore di molti americani. Ed è questa: riusciranno i nostri figli e i nostri nipoti a vivere in un mondo più sicuro?
KERRY : «Sì, assolutamente. Questo è l’obiettivo. Il punto è come raggiungerlo. Io credo che, purtroppo, questo presidente ci ha trascinato in guerra, ha preso decisioni di politica estera che hanno fatto a pezzi le nostre alleanze. E come risultato l’America è costretta ora a sopportare un peso terribile che non ci rende affatto sicuri come dovremmo. Io posso fare di meglio e condurre una guerra più efficace contro i terroristi, inseguendoli, catturandoli, uccidendoli. Ma intendo farlo, ed è una promessa all’America, alla maniera di Franklin Roosevelt e Ronald Reagan e John Kennedy: costruendo alleanze solide, unendo il mondo».
BUSH : «Sì, possiamo essere più sicuri se rimaniamo all’offensiva contro i terroristi e se diffondiamo la libertà nel mondo. La mia è una strategia globale non solo per perseguire Al Qaeda, ovunque sia — e in questo stiamo facendo grandi progressi: tre quarti dei membri di Al Qaeda sono stati catturati — ma anche per assicurarci che i Paesi che sponsorizzano il terrorismo ne scontino le conseguenze. In Afghanistan abbiamo sconfitto i talebani e come risultato noi siamo più sicuri e gli afghani hanno potuto tenere qualche giorno fa le prime elezioni libere. La prima a votare è stata una ragazza di 19 anni. Pensate a questo. La libertà è in marcia. E abbiamo chiuso i conti anche con il regime terrorista di Saddam Hussein. Il mio avversario lo scorso weekend ha paragonato il terrorismo a un fastidio che può essere ridotto alla stregua di prostituzione o gioco d’azzardo. Credo che questo punto di vista sia un pericolo».
ASSISTENZA SANITARIA
La stagione dell’influenza è quasi arrivata. La malattia provoca migliaia di decessi ogni anno. E improvvisamente ci troviamo sprovvisti di vaccino. Come è potuto accadere?
BUSH : «Ci siamo affidati a una compagnia inglese che doveva fornirci metà delle dosi di vaccino sufficienti per gli americani. E’ successo che il loro vaccino era avariato. Così abbiamo vietato l’importazione di quei vaccini. Stiamo lavorando con il Canada per ottenere — si spera — sufficienti dosi per vaccinare i cittadini contro l’influenza in tempo per la stagione. Il mio appello agli americani è questo: se siete in salute, giovani, non fatevi vaccinare quest’anno così da aiutarci a immunizzare i più anziani e i bambini. Per quanto mi riguarda, non mi sono fatto vaccinare né ne ho l’intenzione. Voglio essere sicuro che prima siano protetti i più vulnerabili».
KERRY : «Questa situazione mette in evidenza i problemi del sistema sanitario americano. Non funziona per le famiglie. Ed è peggiorato con il presidente Bush. Cinque milioni di cittadini hanno perso il diritto all’assicurazione sanitaria. In tutti gli Stati, sotto il presidente Bush, migliaia e migliaia di persone, adulti e bambini, hanno perso ogni assistenza. Questo presidente ha girato le spalle al benessere dell’America. E la sanità non esiste più: sta cadendo a pezzi. C’è un problema di fondo, non c’è assistenza (pubblica, ndr) per gli americani. Siamo l’unico Paese industriale al mondo a non averne una. Io ho un piano per fornirla a tutti i cittadini. In modo che possano scegliere se avere la stessa forma di assistenza garantita a deputati e senatori».
BUSH : «Il mio avversario vuole garantire a tutti la stessa assistenza dei parlamentari. Bene, il costo è di 7,700 dollari per famiglia. Se ogni famiglia americana la richiedesse, come suggerisce il senatore, significherebbe un costo di 5 mila miliardi di dollari per dieci anni».
KERRY : «Il mio piano per la sanità è molto semplice. Non è obbligatorio. Non è un piano del governo. Ognuno sceglie il proprio medico, il proprio sistema. Chi lo preferisce, può continuare con le forme in vigore attualmente, deduzioni fiscali, assicurazioni, trattenute sullo stipendio. Il governo prende in carico l’assistenza dei bambini togliendo l’onere ai singoli Stati, così tutti i bambini americani saranno coperti, e in cambio gli Stati si occuperanno degli adulti più poveri. In questo modo avremmo un surplus di 5 miliardi di dollari».
TASSE
Senatore Kerry, durante lo scorso dibattito televisivo, lei ha promesso che non avrebbe alzato le tasse per chi guadagna meno di 200 mila dollari l’anno. Ma tutto costa sempre di più, la sanità, la guerra. La mia domanda è questa: come farà il nuovo presidente, chiunque egli sia, a mantenere questa promessa?
KERRY : «Io lo farò ripristinando esattamente quello che il presidente Bush ha abolito, ovvero il sistema del “paghi quel che consumi”. Negli anni ’90, questa regola era in vigore e significava che ogni atto presentato al Congresso doveva avere la copertura finanziaria. Il presidente Bush l’ha cancellata, il primo nella storia. Come è l’unico, in 72 anni, ad aver perso 1,6 milioni di posti di lavoro».
BUSH : «Be’, la sua retorica non basta a coprire i fatti. E’ senatore da 20 anni. Ha votato 98 volte per alzare le tasse. Quando i democratici hanno cercato di ridurle, ha votato contro per 127 volte. Dice di essere un conservatore dal punto di vista fiscale. Ma ha votato 277 volte per alzare i budget di spesa, cosa che avrebbe comportato un aggravio di 4 miliardi 200 milioni di dollari per i contribuenti. Parla di “pagare a consumo”. Vi dico io cosa significa, se siete un collega di Ted Kennedy: voi pagate e lui consuma. Io ho presentato un piano per ridurre il deficit della metà in cinque anni. Ma ciò richiede una politica che stimoli la crescita e una sana attitudine fiscale al Congresso».
KERRY : «Il presidente parla di responsabilità fiscale. Ma ricevere da lui una lezione su una sana politica fiscale è un po’ come se Tony Soprano (il boss della celebre serie tv, ndr) mi venisse a parlare di come mantenere la legge e l’ordine in questo Paese (risate). Diciamo la verità. Il punto è che la classe media sta pagando il conto. Con Bush, le tasse per i più ricchi, lo 0,1 per cento della società, sono le più basse dal 1928. La tipica famiglia americana invece si è vista annullare ogni beneficio fiscale dagli aumenti di tutti i beni necessari, dalla benzina, alle medicine, alle rette scolastiche».
BUSH : «Senatore, nessuno gioca con i suoi voti al Senato. Lei ha votato 98 volte per alzare le tasse, 126 volte si è opposto ai tagli fiscali, e per 277 volte ha votato per sforare il budget. Lo sa, se in America la corrente della politica viaggia al centro, lei siede sulla riva più a sinistra. In confronto a lei, Ted Kennedy è un conservatore».
OMOSESSUALITA’
Lasciamo un attimo da parte l’economia e affrontiamo un altro argomento. Entrambi vi opponete al matrimonio tra gay. Ritenete che l’omosessualità sia una scelta?
BUSH : «Non lo so. So che abbiamo una possibilità in America, che è quella di trattare le persone con tolleranza e rispetto e dignità. E so anche che in una società libera, adulti consenzienti possono vivere nella maniera che preferiscono. Ma, mentre rispettiamo i diritti di ciascuno, non dobbiamo cambiare la nostra idea di matrimonio: io credo nella sacralità del matrimonio. E ritengo che si debba proteggere l’istituzione come patto tra un uomo e una donna».
KERRY : «Siamo tutti figli di Dio. E penso che se capitasse a qualcuno di parlare con la figlia di Dick Cheney, che è lesbica, lei direbbe che è semplicemente così come è nata. Il punto è che non si tratta di una scelta. Condivido con il presidente l’idea che il matrimonio debba essere tra un uomo e una donna. Ma io sono a favore di una legge che disciplini la convivenza».
ABORTO
Senatore Kerry, i vescovi cattolici si sono espressi contro il voto in suo favore perché lei sostiene il diritto delle donne ad abortire.
KERRY : «Rispetto il loro punto di vista. Assolutamente. Sono cattolico. Come ho detto più volte, ho fatto il chierichetto. E sono cresciuto in un ambiente che approvava questi concetti. Ma non li condivido. Io ritengo di non poter decidere per gli altri secondo gli articoli della mia fede. Che non sono necessariamente condivisi da tutti. Credo che questa scelta debba essere lasciata alle donne».
BUSH : «Credo che sia importante promuovere una cultura della vita. Credo che una società civile sia una società in cui ogni essere conta, ogni persona ha un valore. Ritengo che un mondo ideale sia quello dove ogni bambino è protetto dalla legge e benvenuto alla vita. Capisco che ci sono molte differenze sul tema dell’aborto. Ma penso che delle persone ragionevoli debbano unirsi per mettere in pratica una buona legge con il fine di ridurre il numero degli aborti. Come? Per esempio, facilitando le adozioni, continuando a finanziare i gruppi di aiuto per la maternità responsabile e i programmi sull’astinenza».
IMMIGRATI CLANDESTINI
Circa 8 mila persone attraversano ogni giorno i nostri confini illegalmente. Molti ritengono che questo sia un problema che riguarda la sicurezza, altri i diritti umani. Che cosa ne pensate?
BUSH : «Per me riguarda la sicurezza, ma è anche una questione economica, e di diritti umani. Molti vengono nel nostro Paese in cerca di salari migliori. Sto pensando a un permesso temporaneo per consentire che un aspirante lavoratore e un datore di lavoro possano incontrarsi legalmente. Ma è molto importante che i nostri cittadini sappiamo che non abbiamo alcuna intenzione di favorire regolarizzazioni di chi vive in maniera illegale nel nostro Paese. Come il mio avversario aveva proposto nel 2003».
KERRY : «Il presidente quattro anni fa aveva promesso di cambiare le regole sull’immigrazione. Oggi si rimangia tutto. Ecco cosa intendo fare io: primo, i confini sono più permeabili oggi di prima dell’11 settembre. Non è stato fatto abbastanza per stringere le maglie. Io lo farò. Secondo, abbiamo bisogno di regole sui lavoratori ospiti, ma questo da solo non risolverà il problema: dobbiamo reprimere chi offre lavoro al di fuori di ogni legge. Terzo, dobbiamo favorire tutti coloro che, pur non avendo il permesso di soggiorno, vivono nel nostro Paese, pagano le tasse e hanno figli americani. Per loro occorre immaginare una strada veloce verso la piena cittadinanza».
LEVA OBBLIGATORIA
Entrambi siete contro la leva obbligatoria. Ma molti riservisti sono trattenuti in servizio oltre i termini, una sorta di «leva fittizia». Cosa intendete fare per aiutare questi coraggiosi americani?
KERRY : «I nostri soldati sono in affanno. Su dieci divisioni combattenti, nove sono in Iraq, stanno per andarci o stanno tornandone. Io intendo rafforzare l’esercito, raddoppiando il numero di forze speciali per combattere ancora più efficacemente il terrorismo, alleviando la pressione sulla Guardia nazionale e sui riservisti. Ma il miglior modo per allentare la pressione sulle forze armate è, francamente, una politica estera che riconosca che gli Stati Uniti sono più forti quando lavorano con gli alleati, quando condividono il fardello del mondo mettendo insieme le capacità diplomatiche al più alto livello in modo da stringere le altre nazioni al nostro fianco».
BUSH : «Il miglior modo per alleviare la pressione sui nostri soldati sta nel portare a termine il compito in Iraq, nell’addestrare gli iracheni in modo che possano difendere da soli la democrazia, il loro Paese. Avremo 125 mila soldati addestrati entro la fine dell’anno. Io lavorerò con gli alleati, lavorerò con gli amici. Continueremo a costruire solide coalizioni. Ma non lascerò mai nelle mani di leader stranieri le questioni che riguardano la nostra sicurezza nazionale».
UNITA’ NAZIONALE
Senatore Kerry, dopo l’11 settembre il nostro Paese si è unito come mai dai tempi della Seconda guerra mondiale. Ma questo clima sembra essersi dissolto, forse a causa del clima elettorale. Come si può ritrovare l’unità?
KERRY : «Dopo l’11 settembre, io ho pensato che il presidente avesse fatto un lavoro eccezionale. Non c’erano più democratici o repubblicani, eravamo soltanto americani. Allora era così. Oggi non lo è più. Mi dispiace dire che il presidente che si era definito un unificatore, ora governa un Paese diviso come non mai nella nostra storia recente». BUSH : «La mia delusione più grande, a Washington, è nel constatare quanto la città sia polarizzata. Mi ricordo di quando ero governatore del Texas e lavoravo insieme a democratici e repubblicani e di quanto sperassi di proseguire su questa strada. Ma Washington è una città dura. Per come la vedo io, ci sono un sacco di interessi consolidati».