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16 Giugno 2005

La sfida di Prodi: può esserci un altro leader

Fonte: Corriere della Sera

ROMA — Romano Prodi vuole, nel futuro, governare non soltanto regnare. Dice proprio così: « Non posso accettare di regnare senza governare.
La leadership deve avere la forza di governare, sennò di fronte al paese si fa un inganno » . E aveva detto, poco prima: « Non ho mai pensato di essere indispensabile, ma coerente sì » .

Dopo l’intervista di Rutelli al Corriere , che chiude ogni porta alla lista dell’Ulivo, dopo i nuovi passi verso la scissione nella Margherita, ribadisce la sua visione: « Sono entrato in politica per assicurare un governo stabile e mettere assieme le forze riformiste » . Per affrontare « i problemi gravissimi del Paese è indispensabile un punto di riferimento forte e la lista unica ha vinto tutte le elezioni in cui è stata presentata » .

Non si tratta, dunque, di « problemi personali » : se il disegno resta quello di una lista unitaria, Prodi è pronto a collaborare con un suo eventuale sostituto alla guida dell’Unione, « anche facendo il Professore » .

Insomma, « è legittimo che la Margherita prenda le sue decisioni in modo autonomo, ma io devo avere il diritto di porta re avanti la mia linea nel modo migliore. Se sfocerà in una Lista Prodi o in una lista unitaria con chi ci sta, si vedrà nei prossimi giorni » .

Romano Prodi dice tutto questo ieri sera negli studi di « Porta a Porta » , davanti a quaranta giovani fra i 18 e i 30 anni selezionati da Renato Mannheimer « in rappresentanza del Paese » . In quasi due ore, Prodi non nomina mai Berlusconi.

Ma quando gli chiedono se la politica dell’Unione mute rebbe con un’uscita di scena del presidente del Consiglio, risponde: « Sono qui per risolvere i problemi, non mi interessa chi c’è dall’altra parte » .

Vespa lo incalza: qualcuno afferma che se c’è Berlusconi, c’è Prodi, altrimen ti vediamo… E Prodi: « Vediamo. Io non sono qui per rappresentare me stesso » . Né Prodi pronuncia mai il nome di Rutelli, ma all’accenno di Vespa ai referendum, sostiene: « Un uomo pubblico deve andare a votare » .

Le domande strettamente politiche vengono tutte dal conduttore di « Port a a Porta » , i giovani sono interessati ad altro e non si notano differenze sostanziali fra quelli che si dichiarano di centrosinistra e quelli di centrodestra.

Giuseppe Manulli di Sesto San Giovanni chiede come Prodi pensi di rilanciare l’economia. Prodi si leva la giacca e risponde: « La politica fiscale dovrà dare sollievo alle imprese. Dobbiamo rifare la struttura produttiva del Paese, dobbiamo riprendere un posto nel mondo » .

E a Grethel Caudulio di Santa Maria Licodia, in provincia di Catania, che interroga sulle sorti della ricerca, dice: « Pensate, nessuno dei dieci quindici oggetti innovativi che usate ogni giorno è stato ideato in Italia e nessuno viene prodotto in Italia » .

Laura Abbaleo, di Caltanissetta, chiede a Prodi se, vinte le elezioni, cancellerebbe la legge Moratti e Prodi dice che non è d’accordo a cancellare leggi « in toto » . Si ricollega al discorso precedente: « Perché da noi ci sono venti iscritti a Scienze della comunicazione e uno solo a Ingegneria? » .

Luca Ferrari, ingegnere neo laureato, gli parla dei lavori precari e Prodi: « Cambierei molti aspetti della legge Biagi. Dobbiamo far capire agli imprenditori che non è più conveniente prendere un giovane e poi ributtarlo nel mercato » .

Il Professore parla anche dei matrimoni gay che non ha intenzione di introdurre nella legislazione italiana e poi, sintesi finale: « Dobbiamo dare mezzi e fiducia a questi ragazzi, altrimenti il paese non va avanti » .