11 Maggio 2005
Il totosindaco: “Letta, Bersani, Finocchiaro…”
Autore: Rodolfo Sala
Fonte: La Repubblica
«Teniamo duro», sorride Gae Aulenti all´ingresso della spazio Krizia già affollato mezz´ora prima dell´arrivo dell´ospite d´onore. Tutto esaurito, ad ascoltare Fassino poca politica (gli stati maggiori dei Ds milanesi seduti in prima fila) e un discreto spaccato della Milano che dalla politica si aspetta un mano per risollevarsi. L´editrice Inge Feltrinelli, in giacca rossa, la dice così: «Questa città è diventata noiosa, non funziona, non è più europea, si è chiusa in se stessa». E a ridurla in questo stato, va da sé, sono i stati i suoi amministratori. Sognano, la grande urbanista e l´editrice, e giocano al totosindaco. Aulenti vorrebbe Anna Finocchiaro, «fa niente se è siciliana, dove sta scritto che dev´essere per forza milanese». La Feltrinelli fa gli scongiuri pensando a Letizia Moratti e butta lì due nomi: «O Bersani o Letta, il nipote non l´altro».
È l´argomento del giorno anche se Fassino, dal palco, fa di tutto per allontanare il sospetto che sia lui il grande regista dell´operazione caccia al candidato. Però conferma che di qui alla prossima primavera, quando si voterà per il sindaco, verrà a Milano due volte al mese, e i suoi colonnelli locali aggiungono che «si spenderà moltissimo anche nella campagna elettorale», in omaggio al leit motiv che da quando è segretario accompagna ogni trasferta milanese di Fassino. «Chi vuole governare l´Italia non può non porsi il problema di governare Milano»: lo dice anche stavolta, ormai non si contano più. Ci torna sopra anche in serata, alla cena in casa De Benedetti. Appuntamento riservato, oltre a Fassino l´unico politico invitato è il presidente della Provincia Filippo Penati. Seduto a tavola vicino al banchiere Alessandro Profumo, uno dei tanti, forse troppi nomi che continuano a circolare in vista della battaglia più importante, quella di Palazzo Marino.
Chiacchiere, contatti più o meno informali. Ce ne sono in programma anche oggi, seconda giornata di questo bagno milanese del leader, che si dice vedrà nel pomeriggio un ex della giunta Albertini: Salvatore Carrubba, sempre più compreso nella parte del liberale stufo marcio della destra e per questo assai propenso a guardare dall´altra parte. Si parla anche di una visita al direttore del Sole 24 Ore Ferruccio De Bortoli. Stamattina, invece, sull´agenda di Fassino c´è scritto «ricognizione al Monte Stella». Già, a settembre là si tiene la Festa nazionale dell´Unità e c´è da decidere come allestire nel migliore dei modi questo spazio nel quale il centrosinistra e i suoi alleati faranno partire la campagna elettorale per le comunali. Insomma, prepararsi per tempo. Non a caso oggi Fassino partecipa alle riunioni della segreteria e della direzione provinciale dei Ds, tutte dedicate al voto di primavera.
Adesso si gode gli applausi e gli incitamenti della platea. Krizia, in occhiali neri, sandali e calzine fucsia, non si perde una battuta. Gerardo D´Ambrosio si gode la piccola ovazione che sale quando Sandra Bonsanti lo cita ricordando la sua partecipazione a un convegno di Libertà e Giustizia. La regista Andreé Ruth Shammah, sedotta e poi delusa da Formigoni conferma con la sua presenza che il suo cuore batte pur sempre a sinistra. Parterre assortito: il finanziere Francesco Micheli e Alba Parietti, il sondaggista Alessandro Amadori («Fassino è uno politico che pensa al Paese e non a se stesso») e Riccardo Sarfatti senza nulla di arancione addosso, Davide Corritore e Chiara Beria D´Argentine, Gianni Locatelli e Beppe Modenese…
In fondo alla sala, Stefano Draghi – già mago dei numeri di Botteghe Oscure – non smette i panni del professore. Ce l´ha con i promotori di un blog per le primarie on line aperto da ieri. Con i nomi dei possibili candidati sindaci e le istruzioni per votarli. «Le primarie – spiega – sono un a cosa seria, si fanno con regole chiare che in questo caso non vedo». Lui non le esclude: «Possono essere utili, ma solo quando i candidati sono poco conosciuti». Non è il caso di Milano. Contro Letizia Moratti, se davvero la destra puntasse su di lei, ci vuole un pezzo grosso, questa l´unica cosa certa. Lo fa capire anche Fassino: «È mia consuetudine non sottovalutare gli avversari: la Moratti è una donna, questo può costituire una chance; e vanta solidi legami con la città». La caccia è aperta, Fassino fa l´esploratore.