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22 Marzo 2007

Il tesoretto per chiudere con la finanza creativa

Autore: Tito Boeri e Pietro Garibaldi
Fonte: La Repubblica

C’è un
“tesoretto” al Ministero del Tesoro. Ma è un vero miglioramento nei conti o
solo un’ulteriore revisione delle stime? Secondo gli ultimi dati del
Ministero dell’Economia, il miglioramento nei conti pubblici del 2007
rispetto alle stime del giugno scorso è di circa 40 miliardi. Meno della
metà di questi è attribuibile alla finanziaria appena varata. Fin quando non
si spiega il perché di questo “miracolo”, è bene evitare correzioni di rotta
rispetto a una finanziaria appena approvata e utilizzare le risorse
aggiuntive solo per abbattere il debito. Se proprio si vuole intervenire,
vale la pena rimuovere l’ultima operazione di finanza creativa: il
dirottamento del Tfr all’Inps. Questa misura sta scoraggiando il decollo
della previdenza integrativa ed è un trucco contabile che maschera
l’andamento effettivo dei nostri conti pubblici.

La vera lezione da trarre
dal miracolo del 2006 è che la mancata trasparenza è un’arma a doppio
taglio. Il miglioramento della finanza pubblica presentato è però davvero
impressionante. Il disavanzo delle pubbliche amministrazione previsto per il
2007 è pari al 2,3 per cento. Ma il dato più appariscente riguarda
l’andamento dell?avanzo primario, ossia l’indebitamento al netto degli
interessi sul debito pubblico. A maggio 2006, prima del decreto Visco
Bersani, l’avanzo primario per il 2007 era stimato vicino allo zero per
cento. Mentre dovrebbe essere intorno al tre per cento per ridurre il debito
pubblico. Nelle nuove stime l’avanzo primario è previsto al 2,6 percento. Il
miglioramento netto, in soli dieci mesi, è quindi pari a quasi 40 miliardi
di euro. La finanziaria e la manovra estiva dovrebbero aver corretto il
disavanzo del 2007 per 15-20 miliardi.

E il resto? Delle due l’una. O si è
compiuto un vero miracolo, un vero e proprio “turnaround”, ad una velocità
di attuazione forse irraggiungibile anche per i migliori gestori del settore
privato. Oppure è evidente che l?analisi della scorsa estate era troppo
pessimista. L’effetto della ripresa economica è certamente importante.
Tenendone conto, il recupero è meno clamoroso. L’indebitamento netto,
depurato dagli effetti del ciclo e al netto delle misure una-tantum, si
riduce nel biennio 2006-2007 di 1.8 punti percentuali, vale a dire lo 0.2
percento di riduzione in più rispetto a quanto negoziato con la Commissione
Europea nel luglio 2005. L’applicazione del nuovo Patto di Stabilità appare
quindi perfetta.

E’ un fatto positivo, per il Paese, che un accordo
stipulato da un governo in uscita sia mantenuto dal Governo entrante. Il
miglioramento non è peraltro dovuto a un contenimento della spesa. E’ invece
legato alle maggiori entrate. L?incremento strutturale viene stimato dalla
Trimestrale in 8-10 miliardi. Se fosse davvero così, si sarebbe riusciti a
sostituire le famose una-tantum presenti nei conti degli ultimi anni. Ma in
base a quale ragionamento si ritengono strutturali entrate che fino a pochi
mesi fa non venivano neanche previste? E’ vero che una sottostima delle
entrate c’è stata anche in Germania, Spagna, Irlanda e Svezia. Ma molti di
questi Governi hanno dato spiegazioni chiare. In Germania, ad esempio, si
sostiene che l’aumento delle entrate è legato ad un incremento di consumi in
anticipazione di un imminente incremento dell’Iva. Gli 8-10 miliardi di cui
parla il Ministero del Tesoro vengono ritenuti strutturali nell’introduzione della relazione, mentre più avanti sono definiti come residuali, rimarcando
giustamente che “non è possibile né prudente considerare tale residuo come
interamente strutturale”.

Il dibattito politico è ora incentrato su cosa
fare del “tesoretto”. L’elenco delle possibili richieste di spese, o dei
possibili tagli di imposte, è molto ampio. Non si dovrebbe dare il senso di
una correzione di rotta. La nostra proposta è semplice: abolire il
trasferimento forzoso del Tfr presso l’Inps. Come abbiamo ampiamente
discusso in autunno, la misura del Tfr resta la vera misura “impresentabile”
della finanziaria del 2007. Un debito per le imprese che si trasforma in
un’entrata dello Stato: secondo la stampa finanziaria internazionale un
trucco di bilancio e di finanza creativa che tanto è costato, in termini di
immagine e credibilità, al nostro Paese. Lo stesso ministero riconosce che
tale misura concorre ad aumentare la pressione fiscale, ma che la sua entità
nel 2007 rappresenta un chiaro rischio di attuazione per il 2007. Si
utilizzino le risorse per correggere quella stortura. Essa sta scoraggiando
i lavoratori dal dirottare il Tfr ai fondi pensione.

La previdenza
integrativa è una delle grandi sfide del Paese. Si utilizzi il tesoretto per
chiudere con la finanza creativa. E’ fondamentale per il futuro dei giovani
lavoratori. Un’ulteriore segnale di cautela a tenere alta l’attenzione sul
debito, senza indurre in nuove spese, è legato all’andamento del fabbisogno
della pubblica amministrazione. Nel 2006, il fabbisogno è stato pari al 3.7
per cento, superiore di 1.3 punti percentuali dell?indebitamento netto, a
causa di una regolazione di debiti pregressi. In altre parole, lo Stato e
gli Enti locali avevano decine di miliardi di impegni di spesa non ancora
onorati. Ma quanti altri ce ne saranno? Non scordiamoci che la dinamica del
debito dipende dall?andamento della cassa, e quindi dal fabbisogno. E’ sul
debito la vera sfida per la politica economica.