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25 Gennaio 2006

“Il premier è alla canna del gas” e Prodi recita Roma capoccia

Autore: Marco Marozzi
Fonte: la Repubblica
Canta, pardon declama, «Roma capoccia». E a Berlusconi e i suoi una
battuta al veleno. «Sono alla canna del gas». Romano Prodi si lancia sulle onde
radio per sanare le crepe affettive con i romani e il loro sindaco e bacchettare
gli avversari. Succede a «Viva Radio2». Dall´altra parte del microfono
Fiorello.
Telefonata mattutina dagli studi dove un mese fa Silvio Berlusconi aveva
cantato un samba napoletano e augurato a Prodi una «trasferta definitiva» in un
«altro emisfero». Fu l´esordio del tour fra tv e radio.

Il Professore ieri ha
risposto per le rime. Come va la campagna elettorale? chiede Fiorello. «Per noi
molto bene. Per gli altri, visto come stanno andando le cose in Russia, direi
che sono alla canna del gas».

Perchè Berlusconi vuole 15 giorni in più? insiste
lo showman. «Per vedere se arriva altro gas. Non ci sono altre ragioni. Non si
sa mai se il suo amico Vladimiro gli apre la canna… Non si sa mai. Ma è
difficile, il gas ci mette un sacco di tempo ad arrivare dalla Russia».

Confronto da lontano con Berlusconi. In attesa di quelli da vicino. «Ce ne
saranno uno, cento, mille. Alla radio sarebbe bellissimo, divertentissimo.
Soprattutto perchè non ci si picchia come è successo l´altro giorno, domenica
scorsa». Riferimento alla rissa da una Mara Venier a cui era stato proibito una
settimana prima di invitare Flavia Prodi a parlare del libro scritto «Insieme»
al marito. Par condicio, secondo il direttore di Rai Uno, Fabrizio Del Noce, che
ora ha «sospeso» Mara Venier.
Prodi scherza, ma per battere sul tasto della «diversità» da Berlusconi.
Fiorello gli chiede di far una promessa, se vincerà. Lui: «Durare cinque anni. E
ricominciare a fare di questo paese una roba più allegra. Un paese in cui la
gente possa vivere in pace, serena e tranquilla. Avrei potuto rispondere: ‘Fare
meglio di Berlusconi´, ma non sarebbe stato un grande sforzo. E poi per seconda
cosa prometto di non andare tutti i giorni in televisione».
«Mi chiamo Romano e sono nato il giorno di San Romano» dice Prodi allo
showman che gli ha telefonato in ufficio e chiede se può chiamarlo con il nome
di battesimo.

Inevitabile che il discorso finisca sugli apprezzamenti del padre
dell´Ulivo su Roma, il «manco morto» a Gad Lerner, il «non ci abito» a Linus.
Fiorello gli chiede di cantare e lui – «se canto io è la volta buona che
perdiamo le elezioni» – accetta di declamare. Sceglie «Roma capoccia» di
Venditti. «E´ la canzone più romana. Anzi romana, romana». «Ve la declamo, ma
non tutta. – si tutela – Solo quella parte che fa: ‘Vedo la maesta´ del
Colosseo, vedo la santità del cupolone, e sò più vivo e sò più bonò».

La fine è
un programma politico-elettorale: «E poi ricordo quella frase che è un proclama
politico, ‘Roma Capoccia del monno infame´, che vuol dire che intorno è tutto
cattivo ma c´è questa Roma bella, grande, buona con tutte le cupole, una cosa
grandiosa!».

C´è anche tempo per un saluto a Giovanna Melandri che è con
Fiorello: «Demose da fa». In realtà si dice «damose da fa». «Qualche problema ce
l´ho. – si difende Prodi – Specie con le doppie».

Veltroni comunque è soddisfatto. «Sono certo – dichiara dal Campidoglio –
che Prodi sarà dalla parte di un´idea di grande Capitale. A Romano questa città
piace. Abbiamo passeggiato tante volte per Roma e posso confermarlo. Quello che
per me conta e´ la sostanza delle cose. Quando eravamo insieme a Palazzo Chigi,
per Roma sono successe tante cose importanti, dai soldi per Roma Capitale a
quelli per il Giubileo e la metropolitana, all´apertura della Galleria Borghese
e di Palazzo Massimo. E´ questo quello che conta».