28 Febbraio 2006
I partiti e la sanità ecco i nostri impegni
Autore: Rosy Bindi, Maura Cossutta e Livia Turco
Fonte: la Repubblica
Caro direttore, siamo contente che il presidente di una regione di centrosinistra abbia restituito a Mario Pirani fiducia nella politica. Segno che, malgrado le nostre inadeguatezze, i limiti e forse anche qualche errore, Pirani riconosce la diversità tra il nostro schieramento e chi, in questi anni, ha governato in malo modo la sanità italiana e messo in ginocchio il sistema pubblico. Siamo contente, noi che abbiamo partecipato alla stesura del programma dell´Unione, perché, malgrado le riserve e le critiche a volte aspre, i suoi interventi sono sempre stati, per noi, occasione di un confronto stimolante. Confronto a cui neppure stavolta vogliamo sfuggire. Non abbiamo né minimizzato né taciuto la lottizzazione della sanità, pratica che non abbiamo mai incoraggiato né quando eravamo al governo né all´opposizione. E fin d´ora, se vinceremo le elezioni, ci impegniamo a cancellare la norma giustamente messa sotto accusa da Pirani. Una norma, inserita al Senato in un disegno di legge fortemente voluto da migliaia di professionisti della sanità. Alla Camera, in commissione affari sociali, abbiamo chiesto di eliminare l´emendamento. Eravamo però anche consapevoli di non poter tradire, al termine di un lungo iter parlamentare, le attese di tanti operatori. E solo per senso di responsabilità abbiamo votato questa legge. Sappiamo bene che il colpo di mano della destra espone il sistema al rischio di una ulteriore soggezione nei confronti della politica. Non intendiamo incoraggiare in alcun modo una simile deriva. In tutti i nostri documenti abbiamo più volte indicato la necessità di affermare una chiara separazione tra la gestione della sanità e gli indirizzi della politica. Per questo abbiamo bloccato il disegno di legge sul governo clinico delle aziende che la destra voleva imporre a tutti i costi pur di accentuare la subalternità dei professionisti. Nel nostro programma questo tema è tutt´altro che eluso. Non ci sono, è vero, dettagli sulle modalità delle selezioni e delle nomine, compito che assumeremo se saremo al governo. Abbiamo però affermato la distinzione tra le responsabilità della politica e quelle dei manager e dei professionisti. Entro questa distinzione vanno riconosciute e valorizzate l´autonomia e le competenze dei medici; va definito un modello di selezione trasparente dei direttori generali, basato sulle capacità di buon governo dell´azienda sanitaria. Azienda che ha una precisa finalità, quella di usare bene le risorse pubbliche per soddisfare i bisogni di salute dei cittadini e non gli appetiti di qualche forza politica. Le leggi e le norme non bastano a cambiare la realtà. C´è bisogno, prima di tutto, di affermare un´etica della responsabilità e una nuova politica. È una sfida in cui siamo impegnate da anni, nelle battaglie per il rilancio del Servizio sanitario nazionale e il diritto alla salute. Una sfida che sentiamo di poter giocare a testa alta insieme a quanti, come anche Pirani, guardano al centrosinistra come allo schieramento capace di imprimere una svolta profonda nella gestione della cosa pubblica, nella politica e anche nella sanità. Ringrazio le tre parlamentari, da sempre impegnate a difesa del Ssn, per la cortese risposta. Resta, purtroppo, il fatto che deputati e senatori del centrosinistra si sono prestati in un contesto di assoluta omertà a varare una legge che assimila il Parlamento e i Consigli regionali ad agenzie di lavoro interinale, atte a rilasciare contratti di nomina alla direzione generale delle Asl anche in assenza di ogni competenza richiesta per legge. Ancor più deludente la risposta sugli altri punti che ricalca anche per la Sanità la vaghezza priva di impegni che caratterizza per tanti versi il programma dell´Unione (vedi le liste di attesa o la Tav). Era così difficile scrivere che non si faranno più nomine mediche in base alla pressione politica? Era così difficile impegnarsi ad imboccare la strada di concorsi e selezioni con graduatoria non eludibile in base alle competenze professionali richieste? Era così difficile spiegare che il nodo della lottizzazione passa per il potere insindacabile di nomina esercitato dai direttori generali, a loro volta succubi degli assessori alla sanità e dei presidenti regionali che li hanno messi a quel posto dopo feroci spartizioni in seno alle rispettive coalizioni di partito? Il fatto è che si usano espressioni generiche, in assenza di precise misure percettibili agli elettori, ai medici, ai pazienti quando si ha paura di toccare un consolidato e perverso sistema di potere. Eppure è questo il crinale che può differenziare il centrosinistra dal centrodestra. (m. p.)