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19 Agosto 2007

I Ds si calmino. La Margherita? È pronta»

Andreatta con Vassallo: reazioni staliniane sulla Festa dell'Unità
Autore: Simone Sabattini
Fonte: Corriere della Sera

«Quella dei Ds è una reazione
staliniana, che punta a zittire le voci. Con una Margherita silenziosa e
ormai sfaldata, dove si china la testa e si pensa alle poltrone. Ma così il
Pd diventa un partito-caserma». È un esperto di geopolitica, strategia,
diplomazie internazionali. E quando ragiona di politica, il professor
Filippo Andreatta, docente a Parma, figlio dell’ex ministro Beniamino, e tra
coloro che più si sono spesi per la creazione del Partito democratico, il
cannone lo lascia da parte. Ma talvolta, par di capire dalle sue parole, la
difesa diventa legittima. E il fuoco incrociato contro la proposta lanciata
sul Corriere di Bologna dal suo collega e amico Salvatore Vassallo di
trasformare le Feste dell’Unità in Feste dell’Ulivo lo ha lasciato senza
alternative.Guai a toccare le feste dell’Unità, professor Andreatta. Il
tesoriere diessino Ugo Sposetti ha chiesto di mettere la museruola a Vassallo.
Che ne pensa? «La reazione di Sposetti mi sembra di stampo staliniano, tesa
a zittire ogni altra voce, inclusa quella di una persona cortese come
Vassallo. Una risposta sproporzionata, memore di stagioni che speravamo
abbandonate».Con quali conseguenze? «Ci sono due rischi evidenti, che fanno
sì che il Pd appaia lontano dal progetto dell’Ulivo come la luna è lontana
dal dito del saggio che la indica, nel famoso proverbio cinese. Da un lato vedo
un ricompattamento del ceto politico, testimoniato anche dal silenzio della
Margherita, che dovrebbe avere interesse a sollevare il problema dei simboli
del vecchio Pci, e invece ha assunto un atteggiamento tipico di chi non
vuole disturbare il manovratore».E il secondo rischio? «È che di fronte allo
sfrangiarsi della Margherita ci sia un ricompattamento dei Ds, che
diventerebbero automaticamente l’azionista di maggioranza del Pd».Ma il marchio
delle feste funziona ancora, dicono in molti… «Se funziona il marchio dei
Ds e delle loro feste, non si capisce perché allora si siano interessati al
progetto di un partito nuovo. A questo punto sarebbero più sincere le
dichiarazioni di dileggio rivolte a noi sostenitori del Pd, qualche anno fa.
Mi chiedo perché difendere così ostinatamente i simboli del vecchio».Teme
che la levata di scudi nasconda altro? «Il problema è anche di merito: quale
partito stiamo costruendo? Vassallo ha espresso più volte sostegno a Veltroni. A

questo punto mi chiedo che partito voglia il sindaco di Roma: se la caserma
di Sposetti o il partito che Vassallo sembra disegnare».Nessun esponente
della Margherita, a parte Parisi e La Forgia, ha difeso Vassallo. È solo
timidezza? «Non credo. La Margherita si sta sfaldando di fronte alla
granitica posizione dei Ds e in qualche modo oggi è già sciolta nel Pd. Mi
sembra emergano due posizioni: da un lato chi china la testa di fronte ai Ds

e viene unificato solo dalla sete di poltrone e di potere. E confluisce
nella maggioranza del futuro Pd. Dall’altro lato c’è chi cerca ancora di
matenere una posizione autonoma ».Forse era meglio aspettare la fine dalla
festa di quest’anno, e porre il problema del nome una volta smontati gli
stand. «Non sono d’accordo. Secondo la logica di un nuovo partito mi sarei
aspettato che fossero gli stessi organizzatori a prendere in considerazione la
questione. In realtà porlo adesso è già tardi. Ma diciamo così: almeno il
dibattito è stato utile a chiarire certe ipocrisie »