19 Settembre 2005
Germania ingovernabile, i due grandi partiti al fotofinish. E dalle urne non esce una maggioranza
Fonte: La Stampa
Cdu-Spd, pari e patta
Schroeder: governo io
BERLINO. L’uno per cento, decimale più, decimale meno. Tale è il distacco –
minimo – tra destra e sinistra, tra l’Unione Cdu-Csu di Angela Merkel e l’Spd
del cancelliere Gerhard Schroeder, al governo del Paese da otto anni: 35,3%
contro 34,3. Un soffio. Dunque risultato a sorpresa perché tutti i sondaggi
davano la Merkel sicura vincitrice. Invece l’ex «ragazza» dell’Est, pur avendo
vinto le elezioni, è paradossalmente la grande sconfitta della giornata
elettorale. Ha cambiato sarto e coiffeur, ma evidentemente non ha convinto i
tedeschi. E così il cancelliere Schroeder, vecchio navigatore della politica,
strenuo combattente da comizio, è risorto nel rush finale. E ieri sera, appena
conosciuti i risultati, ha affermato spavaldo: «Continuerò a governare
io».
In realtà i veri vincitori sono due e minori. Guido Westerwelle, leader del
Fdp, il piccolo partito liberale, che ha realizzato una vera performance
sfiorando il 10% dei voti. E il transfuga socialdemocratico Oskar Lafontaine,
l’ex ministro di Schroeder che l’aveva abbandonato da sinistra, in aperto
dissenso con la svolta «riformatrice» del governo rosso-verde. Alleato con gli
ex comunisti dell’Est di Gregor Gysi, Lafontaine è arrivato all’8,6%
conquistando il Bundestag e sconvolgendo la geografia della sinistra.
Il risultato di tutto questo è che nessuna maggioranza tradizionale è
possibile. Non ha abbastanza seggi la coalizione della signora Merkel (Cdu-Csu
più liberali); e nemmeno la coalizione di governo del Bundeskanzler Schroeder
(Spd più Verdi, che sono all’8,1%). Apparentemente la Germania che esce dalle
urne è dunque ingovernabile, l’ammiratissimo sistema politico tedesco ha
prodotto un risultato rovesciato rispetto alle attese. Al momento l’unica via
per evitare nuove elezioni è quella della fantasia politica e istituzionale. La
«Grosse Koalition», quella che in Italia si chiamerebbe solidarietà nazionale e
cioè destra e sinistra insieme, Cdu-Csu con Spd e Verdi, Angela Merkel con
Gerhard Schroeder. I due grandi avversari insieme al governo.
Possibile? Angela Merkel, dopo un orgoglioso «abbiamo vinto», doppiato da
un «abbiamo mandato a casa i rosso-verdi», ha più prudentemente precisato che
avrebbe «dialogato con tutti», come se volesse far capire di essere pronta ad
aprire il campo all’ipotesi della «Grosse Koalition». Ma Gerhard Schroeder,
accolto come un trionfatore nella sede dell’Spd di Berlino ha escluso di
partecipare a un governo guidato dalla Merkel. Non però alla grande coalizione,
guidata da lui stesso: «Perché no?», ha riposto alla domanda diretta che gli è
stata fatta la sera in tv.
Schroeder è comparso tra i suoi appena un’ora e mezzo dalla pubblicazione
dei primi exit poll. Era vestito di grigio scuro, camicia bianca e cravatta, la
stessa indossata il giorno del duello con la sua sfidante il 4 settembre scorso.
È salito con le braccia alzate sul podio: «Sono fiero della gente di questo
Paese, perché nonostante il complotto ordito dai media, nonostante la
manipolazione mediatica dell’andamento del consenso dei cittadini tedeschi, lo
spirito democratico che la Germania possiede ha resistito. La grandiosa
sconfitta della candidata dell’Unione ne è la dimostrazione. Dopo tanta
arroganza, con questi risultati elettorali disastrosi è impensabile che possa
governare questo Paese. Auspico un governo stabile da me guidato per i prossimi
4 anni».
Se la strada della «Grosse Koalition» è comunque difficile, ci sarebbero
altre soluzioni. La sinistra unita (Spd, Verdi e il partito di Lafontaine) che
avrebbero abbastanza seggi. Ma l’ex ministro, che ha chiamato Fausto Bertinotti
per l’ultimo comizio prima del voto, ha già detto no. Un’altra ipotesi è il
governo «semaforo» e cioé Spd, Verdi e i «gialli» liberali. Ma in questo caso è
stato Westerwelle ad anticipare il suo no, piuttosto logico avendo fatto
campagna elettorale con la Merkel. Ancora più remota l’eventualità che i Verdi
tradiscano Schroeder e si aggiungano a Merkel e liberali in un inedito governo
nero-giallo-verde, che pure funziona in alcuni comuni.