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31 Agosto 2006

Gentiloni: la mia legge riscriverà la Gasparri

Autore: Enrico Fierro
Fonte: l'Unità

CONFALONIERI è preoccupato. E si appella a un suo amico seduto in sala per chiedere giustizia. «Clemente, tu che sai.». Il Clemente in questione è Mastella e alla sua festa di Telese si discute di tv e di come superare il dupolio Rai- Mediaset. Tradotto, si parla delle riforma della legge Gasparri. Per Confalonieri, il duopolio non esiste, quindi la legge che il ministro Paolo Gentiloni si appresta a varare non è che «una botta a Mediaset, ai suoi bilanci e al suo fatturato».

Altro che nuova legge e discussioni sul passaggio dall’analogico al digitale. «Il mondo della tv – spiega Confalonieri – è commerciale, è nato così: si compravano le frequenze, chi aveva più capitali da investire vinceva. Anche
col digitale è così. Noi abbiamo investito 1 miliardo e mezzo di euro, investano anche gli altri. Nessuno ci può chiedere di fare passi indietro in nome di una liberalizzazione che c’è già». Tocca all’editorialista Giovanni Valentini, gran cultore della materia, stimolare la riposta dell’altro monopolista: Claudio Petruccioli, il Presidente della Rai. «Voi ci chiedete di giocare una partita importante – dice ricordando il ruolo di servizio pubblico dell’azienda – e di vincere sempre. Bene: ma siano chiare le regole del gioco. Ad esempio, si fissi in modo netto la data della cessazione delle trasmissioni col sistema analogico.
Si dica con chiarezza qual è il limite massimo delle frequenze che ciascun soggetto potrà gestire».

La risposta del ministro delle Comunicazioni arriva a strettissimo giro di posta.
«La data certa per il passaggio al sistema digitale la si può già fissare, il 30 novembre del 2012. Ma non è questo il punto». La nuova legge, che Gentiloni chiarisce sarà presentata entro settembre, non è fatta per punire Berlusconi e le sue aziende tv, come teme Confalonieri.
«Aumentare la concorrenza e ridurre la concentrazione, questo ci chiedono l’Ue – che sulla Gasparri ha aperto una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia -, e l’Authority che parla di duopolio congiunto».

Correggeremo, promette il ministro, «ciò che della legge
attuale è già sepolto: il Sic e quella strana privatizzazione della Rai». Regole nuove, quindi, «sull’accesso alle frequenze, elementi di antitrust sul piano della pubblicità e proposte per favorire il sistema digitale». Al tavolo i rappresentanti delle tv che cercano di farsi spazio: Telecom con La7, Sky, l’associazione delle tv locali e la nuova frontiera: il videofonino. A tutti, Valentini ricorda i dati del dupolio: Rai e Mediaset insieme totalizzano l’85% di audience, i 3/4 dei ricavi complessivi e l’82,9% delle frequenze analogiche e digitali.