L’intervento di Silvio Berlusconi nella giornata conclusiva del convegno Confindustria merita da parte nostra una rispettosa replica. «Il Sole-24 Ore» non si schiera. Ha tenuto e terrà in questa campagna elettorale un’assoluta neutralità.
Un quotidiano di informazione economico-finanziaria analizza i programmi e le proposte della Casa della Libertà e dell’Unione alla luce della loro efficacia per il mondo delle imprese e delle professioni e della loro sostenibilità per le finanze pubbliche. E offre analisi approfondite, pareri competenti, confronti concreti. Il lettore avrà così elementi sufficienti e credibili per maturare una scelta consapevole.
Il presidente del Consiglio a Vicenza ha parlato di un dovere dell’ottimismo e Andrea Pininfarina, in chiusura dei lavori, gli ha replicato che forse l’unico dovere è quello del realismo. Non dobbiamo nasconderci nulla: né le cose positive, e non sono poche, né quelle negative, purtroppo numerose.
«Il Sole-24 Ore» ha sottolineato, senza disfattismi, i gravi ritardi nelle scelte di fondo per l’economia, la perdita di competitività, lo stato difficile dei nostri conti pubblici, le mancate liberalizzazioni. La retorica del declino non ci appartiene.
I problemi strutturali sono di origine storica (cresciamo meno della media europea da un decennio) e il debito pubblico è un’eredità degli anni 80. Berlusconi non ha torto.
Ma è anche vero che il debito pubblico è tornato a crescere in rapporto al Pil, per la prima volta dopo dieci anni, e l’avanzo primario si è quasi azzerato.
Dovremmo sottacerlo? Sarebbe questa una scelta responsabile o una censura sciagurata?
L’attuale maggioranza non dovrebbe dolersi di molte delle inchieste e dei commenti del Sole-24 Ore. Sono state riconosciute le scelte positive per l’economia, prima fra tutte la legge Biagi, che porta il nome di un grande giurista, collaboratore del nostro giornale, ucciso proprio quattro anni fa dai terroristi. Gli apprezzamenti hanno riguardato la riduzione dei carichi fiscali, la disciplina sui distretti, il diritto fallimentare. E altri provvedimenti.
Non certo la legge elettorale, la normativa sul sistema della comunicazione e molti interventi sulla giustizia.
Il ridondante programma del centrosinistra è stato sezionato con cura, senza sconti e simpatie. Come finanzierà Prodi la riduzione di cinque punti del cuneo fiscale? Si tornerà indietro sulla flessibilità? E sull’energia?
La mancata citazione, nel programma dell’Unione, del progetto Tav in Val di Susa è stata rilevata e criticata, primo fra tutti, dal «Sole». Così il rischio di progressività nell’eventuale tassazione delle rendite finanziarie. E l’elenco potrebbe continuare.