11 Ottobre 2005
Dalla Cdl 16 modifiche per convincere il Colle
Autore: Lorenzo Fuccaro
Fonte: Corriere della Sera
Oggi approda alla Camera il testo del proporzionale Berlusconi blinda i suoi e annulla un viaggio all’estero. L’ordine di scuderia è di essere tutti presenti in Aula per quella che si annuncia una battaglia campale: approvare la riforma della legge elettorale in senso proporzionale. Che sia un appuntamento decisivo per la Casa delle libertà lo si desume dal fatto che Silvio Berlusconi, per dare il suo contributo, ha cancellato la missione in Kazakistan prevista per il 12 e 13 ottobre. E con lui sui banchi del governo ci saranno tutti i ministri.
La maggioranza ostenta tranquillità. Ieri si sono tenute diverse riunioni (di gruppi e presso il ministero per le Riforme) per mettere a punto la tattica parlamentare allo scopo di contrastare il prevedibile filibustering delle opposizioni. Ieri è scaduto anche il termine per la presentazione degli emendamenti. E i tecnici del centrodestra ne hanno depositati sedici, quasi tutti per venire incontro ai rilievi del Quirinale circa la costituzionalità delle norme su indicazione del premier, sbarramenti e premio di maggioranza al Senato. Su quello presentato per evitare l’annullamento della scheda – il voto è valido anche se si scrive il nome di un candidato della lista – il centrosinistra si è subito scatenato accusando la Cdl di tentare «un controllo sociale dei cittadini».
Ecco in dettaglio i ritocchi apportati. Prima i partiti coalizzati indicavano il nome del candidato premier sulla scheda. Ora, dopo gli appunti del Quirinale, si legge nella proposta di modifica, «i partiti depositano il programma elettorale nel quale dichiarano il nome e cognome della persona da loro indicata come leader della coalizione, ferme restando le prerogative spettanti al Presidente della Repubblica previste dall’articolo 92 della Costituzione».
SBARRAMENTO E MINORANZE – La Cdl prevede inoltre che per accedere alla ripartizione dei seggi per il Senato vi siano tre soglie di sbarramento: una al 20% per le coalizioni, una all’8% per la lista che non faccia parte di uno schieramento e il 3% per ogni singolo partito inserito in una coalizione. Da ciò deriva che, per Palazzo Madama, il premio di maggioranza scatta soltanto se una coalizione totalizza a livello regionale almeno il 20%. Alle minoranze linguistiche (dentro o fuori una coalizione è indifferente) è poi riservata una quota di seggi, per Camera e Senato, purché superino la soglia del 20%.
Due distinti emendamenti (uno per Montecitorio, uno per Palazzo Madama) depositati dalle donne della Cdl prevedono l’obbligo di riservare alle donne un posto in lista ogni quattro uomini. E’ stabilito, inoltre, che agli uomini, nel complesso, non siano assegnati più dei due terzi dei candidati. Si ipotizza, infine, che dalla legislatura che inizia nel 2011 la quota aumenti: una donna ogni tre uomini.