Da Rauti ai
teorici di Forza Nuova e delle razze superiori, il presidente del Consiglio non
si ferma davanti a nulla sfidando la vergogna del mondo intero, speriamo per
l’ultima volta.
Sarebbe come se Chirac si fosse alleato con Le Pen o la Merkel
con i neonazisti tedeschi, un patto ignominioso che avrebbe sicuramente dato
luogo, in tutte le nazioni civili, a una rivolta morale prima che politica.
In
Italia, invece, niente: l’intesa tra Arcore e Salò non ha suscitato reazioni
percepibili, perfino quando è venuta a galla la disgustosa vicenda Saya.
Come i
lettori dell’Unità sanno (e molti altri lettori di molti altri giornali non
hanno invece avuto la fortuna di sapere) stiamo parlando di quel soggetto,
leader di un partitino dedito all’esaltazione di fascismo e nazismo, tempo fa
costretto agli arresti domiciliari per oscure attività parapoliziesche.
Costui,
passa il tempo (oltre che a insultare e minacciare ripetutamente Furio Colombo e
i giornalisti dell’Unità) a vantare la propria devozione nei confronti di Silvio
Berlusconi, di cui si proclama fedele alleato politico, senza essere stato mai
smentito.
Non una voce di protesta si è levata dai galantuomini di Forza Italia,
evidentemente abituati a ingoiare di tutto.
Non un sospiro dal presidente di
Alleanza Nazionale, forse frenato da vecchi istinti camerateschi.
Quanto ai
Casini e ai Follini erano così concentrati sulla difesa dei valori da non
accorgersi del lugubre velo nero con cui il loro candidato premier li stava
incartando.
Adesso Cesa ammette che i fascisti sono impresentabili. Vedremo se
li presenteranno.