ROMA — L’accoglienza postuma nel pantheon del socialismo, che Piero Fassino ha riservato a Bettino Craxi in chiusura del terzo congresso dei Ds, divide i due poli e apre un nuovo fronte di scontro con Rifondazione. Scolpire il nome dell’esule di Hammamet accanto a quelli di Saragat, di Nenni, di Turati? Fausto Bertinotti non è d’accordo e non per moralismo. « Nei confronti di Craxi avevo un’avversione politica che però non mi ha mai indotto alla demonizzazione personale, anche perché in lui ho sempre letto un’antica traccia di timbro socialista… » . Ma dagli anni del craxismo ad oggi il giudizio del leader del Prc non è mutato: per affondare la supremazia del Pci nel movimento operaio e combattere la Dc, Craxi ne adottò gli stessi metodi e, portandoli all’estremo, « introdusse nella politica italiana un elemento fortemente negativo che ha alimentato una personalizzazione molto forte, una forma autoritaria di governo del partito e una collocazione sociale diversa dalla scelta socialista » . LA SVOLTA — Dal palco del Palalottomatica Fassino ha inviato un segnale di pacificazione a tutti i socialisti e ieri, sull’ Unità, ne ha spiegato le ragioni: ora che i Ds sono più forti possono guardare alla loro storia e a quella della sinistra « senza imbarazzi e senza reticenza » . Onorare le radici nel bene e nel male, senza esserne prigionieri. Ma la svolta riformista adira Antonio Di Pietro: l’ex pm fatica a convivere con le « tante ipocrisie » che albergano in un centrosinistra impegnato a « riabilitare il pluricondannato e latitante Craxi » . LE CRITICHE — Proprio quel che temeva più di ogni altra cosa a sentire l’azzurro Massimo Baldini, « venire riabilitato dai suoi stessi carnefici » . E così la pensa Stefania Craxi: « Mio padre sarebbe inorridito a esser santificato da chi ha provocato in quel momento la sua morte » . Più articolata la riflessione di Bobo Craxi, che invita la sinistra a liberarsi dall’abbraccio di Bertinotti altrimenti lo sforzo di Fassino altro non sarebbe che « puro esercizio retorico di stampo congressuale » . Il ds Peppino Caldarola ironizza su Bertinotti, uno che « della propria personalizzazione ha fatto la chiave del suo successo » : « Prenda piuttosto esempio da Nichi Vendola, che in Puglia ha aperto ai socialisti craxiani » . Nel 2001 al congresso di Pesaro Caldarola suggerì a Fassino di riconoscere il craxismo tra le tradizioni riformiste e se lo ha fatto solo oggi, « forse ha avuto ragione lui » . Altro che svolta, attacca la Cdl. Per Alfredo Mantovano, An, non di revisione si tratta ma di calcolo e il sottosegretario Maurizio Sacconi rivanga l’ingresso dell’ex Pci nell’Internazionale socialista: « Fassino ricambiò l’appoggio di Craxi incitando i partiti europei a isolarlo » .