TORINO – «Votate contro la Casa delle libertà, per salvare lo Stato di diritto». Lo hanno chiesto con un appello agli italiani, alcune settimane fa, il filosofo e senatore a vita Norberto Bobbio, lo storico e uomo della Resistenza Alessandro Galante Garrone, il giurista Alessandro Pizzorusso e l’economista Paolo Sylos Labini. E il loro invito è stato raccolto da numerosi esponenti del mondo accademico, della letteratura, della storia, della scienza, dello spettacolo. Saranno oggi a Torino, in un cinema del popolare quartiere di Borgo San Paolo, per portare di persona, o attraverso un messaggio, la loro adesione e la loro testimonianza.
L’elenco dei partecipanti è di tutto rispetto: si va dall’avvocato Franzo Grande Stevens, stretto collaboratore della famiglia Agnelli, al premio Nobel Rita Levi Montalcini, dall’astronoma Margherita Hack allo scrittore Antonio Tabucchi, da Roberto Benigni (che per l’occasione ha girato un video esilarante su Silvio Berlusconi) ad Andrea Camilleri.
Senza dimenticare l’ex giudice Antonino Caponnetto, Paolo Flores d’Arcais, il sociologo Luciano Gallino, lo storico Claudio Pavone, l’avvocato Bianca Guidetti Serra e il sociologo Marco Revelli. Parteciperanno inoltre Roberto Borello, Enzo Marzo, Gian Giacomo Migone, l’ex sindaco di Torino Diego Novelli, Alberto Papuzzi, lo storico Giuseppe Recuperati e Marcello Rossi, direttore de Il Ponte.
Promossa dal movimento Giustizia e Libertà, nonché dalle riviste Il Ponte, MicroMega, Critica Liberale, Laicità, L’Incontro, L’Indice e Rinascita, la manifestazione nasce da quella che i firmatari dell’appello chiamano «un’emergenza morale». Perché un eventuale successo di Berlusconi, hanno sottolineato Bobbio, Galante Garrone, Pizzorusso e Sylos Labini, metterebbe in pericolo la democrazia visto che il Cavaliere «ha dichiarato di volere riformare la prima parte della Costituzione, che contiene i valori su cui si fonda la nostra società».
E alla luce del progetto di legge che «subordinerebbe il potere giudiziario al potere politico, abbattendo così uno dei pilastri dello Stato di diritto».