La proibizione deriverebbe da una disposizione del Cardinale. Secondo gli autori del documento, una decina di giorni prima si «era presentata al parroco una persona a nome e per conto della Compagnia delle Opere (ndr.il braccio sociale di Cl) chiedendo la disponibilità del teatro per un confronto fra medici sulla sanità bolognese». Il parroco, sostengono gli estensori del volantino, aveva accettato «perché non erano stati fatti nomi di partecipanti, né tantomeno di partiti e di candidati alle elezioni». Un avviso affisso alla bacheca parrocchiale ha svelato il mistero. Il parroco ha convocato gli organizzatori ed ha revocato la disponibilità della sala. La Compagnia delle Opere ha protestato. Il provicario del Cardinale monsignor Stagni «ha ritenuto di non negare l’uso del locale». «Un vulnus», commentano i promotori della protesta, «in realtà è stato un comizio a favore di due forze politiche».
La crisi dei partiti tradizionali ha riportato sugli scudi la rete delle parrocchie. Le roccaforti inviolabili non esistono più. Alberto Vannini, un consigliere comunale della lista civica guazzalochiana «Tua Bologna» impegnato nella campagna di Sante Tura, calcola che l’invio di ventimila lettere con materiale elettorale potrebbe spostare «fino a 400 voti» nella rossa Cirenaica.
Entrambi i candidati inseguono i «flussi» di cittadini battendo supermercati, giardini, parchi. Durante una visita a un banchetto dell’Ulivo vicino al Teatro comunale Arturo Parisi ha raccolto interrogativi assai poco ideologici sulla tassa Tobin e sulle lauree brevi. «A Bologna nessuno mi ha mai chiesto favori», svela con malcelata ammirazione il presidente dei Democratici.