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4 Maggio 2005

“Cabina di regia sul programma”

Autore: Marco Marozzi
Fonte: la Repubblica

ROMA – «Oggi ho inviato una lettera a tutti i leader dei partiti dell´Unione per costruire una cabina di regia del programma». Romano Prodi lancia la sua carta dopo una giornata convulsa, con l´obiettivo di spostare in avanti il dibattito sul futuro della sua coalizione. E fermare le fibrillazioni che giungono da più aree.
Sul Manifesto Fausto Bertinotti ieri era andato giù con un tono che non si vedeva da tempo. «Romano così non duriamo» era il titolo di un´intervista in cui il leader di Rifondazione accusava l´Unione del centrosinistra di «un drammatico deficit del programma». La maggioranza rutellian-popolare della Margherita intanto faceva arrivare sollecitazioni per una maggiore collegialità nella definizione di un percorso condiviso, chiedendo che il discorso non rimanga confinato nei circoli prodiani della bolognese Fabbrica del Programma. Francesco Rutelli ancora in serata ripeteva di voler rispettare la moratoria che blocca le esternazioni sulla Lista unica dell´Ulivo per le politiche del 2006, ma chiedeva di non far mosse unilaterali sui temi – politica estera, Europa, riforme – la cui sovranità è affidata alla Federazione ulivista.
Movimenti di truppe, linee, visibilità a cui Prodi sceglieva di rispondere al convegno organizzato da Italianieuropei dal titolo evocativo: «Contributo per un programma riformista». Al suo fianco, Giuliano Amato e Massimo D´Alema, in un confronto guidato da Ezio Mauro, direttore di Repubblica. Piero Fassino si era appena seduto dopo un intervento in cui ha sostenuto, ascoltato e ripreso da Prodi, la necessità di «fare un salto in termini di assetti politici». «Occorre una scelta di volontà politica» diceva il segretario Ds, vagheggiando «una grande forza progressista» per «una politica riformista». A Bertinotti dovevano fischiare le orecchie quando Fassino parlava di un centrosinistra che, dopo le regionali, «non vede uno squilibrio della sinistra radicale rispetto alle riformista, ma piuttosto il contrario». Rutelli se ne era appena andato per volare a Catania, alla campagna elettorale di Enzo Bianco sindaco. Gli altri capi ulivisti erano lì, in un Cinema Adriano stracolmo.
E´ in questo clima di affetto attento che Prodi sforna la sua «cabina di regia». Appuntamento martedì prossimo alle 11, nella sede romana dell´Unione. In quella piazza SS. Apostoli, dove ieri i prodiani della Margherita si sono riuniti per ore insieme al Professore a studiare mosse e contromosse. «La Lista unitaria non è un semplice passaggio elettorale. E´ stata pensate per costruire maggiore unità fra le forze dell´Ulivo» dichiarava Arturo Parisi.
E dall´Adriano esce una spinta decisa a marciare sul rafforzamento della Federazione. Con la Lista unitaria nel cuore. «Alle elezioni regionali è andata avanti rispetto alle europee. Penso che si debba andare ancora avanti» dice D´Alema, unendo tracciati passati e futuri. L´Ulivo, «la costruzione di una grande forza riformatrice di governo», sono «il compimento della svolta del Pci». «E nel 2006 tutto il centrosinistra potrebbe avanzare oltre il 50% dei voti degli italiani. Un evento senza precedenti».
«Condivido quel che ha detto Massimo» rilancia subito Prodi. «La direzione è quella. Dobbiamo riflettere ma io credo che con questa formula ce la possiamo fare. Agli elettori piace». Sventola la Lista unitaria , «che non ha nulla a che fare con il partito unico, parola che non ho mai pronunciato». «Espressione pessima» aveva appena detto D´Alema. E Fassino, di nuovo fra passato, presente, futuro: «Noi le nostre scelte le abbiamo fatte: Prodi è il nostro leader e ci porterà alle elezioni, quando ci saranno. Sia che Berlusconi si presenti sia che decida il contrario».
Nella serata del rilancio ulivista, Prodi fa l´apologia dell´unità, «faticosa» ma ben altra cosa dei quella «calata dall´alto del Polo». E Amato lancia un´altra speranza: «Non vedo un futuro per la riforma della Costituzione del centrodestra. Il referendum la spazzerà via».