ROMA – Una battuta. Ma non tanto. «Sapete a cosa somiglia quel che Marini ci vuol propinare? A una Margherita “parmesan”».
A cosa, presidente Bordon?
«E’ come quando gli americani ci copiano, malamente, il parmigiano e poi ci mettono sopra l’etichetta fasulla».
Si chiama frode alimentare.
«Se dovessimo proseguire sulla strada voluto dalla maggioranza Marini, Rutelli, De Mita si rischierebbe di non avere più il prodotto originale. Di snaturarne il percorso, lo statuto, le prospettive. Al massimo si potrebbero coltivare alcune nostalgie».
Neocentrismo e il tentativo di rifare il Ppi?
«Magari fosse il Ppi, che aveva forti ideali. Il rischio è qualcosa di peggio. Che di quel partito venga assunta solo la dorsale organizzativa, ma con una leggerezza di valori preoccupante. Anche la Bindi, Letta, Castagnetti e Gasbarra temono una deriva simile».
Marini vuole che si risolva il nodo-lista entro 15 giorni.
«Strano. Mi sembrava che avessero già deciso tutto. A colpi di clava. In realtà, ha tutta l’aria di un invito ad andarcene dalla Margherita. Respinto: noi ulivisti restiamo a dare battaglia. E sono io che chiedo di fare in fretta ma per arrivare ad un salutare ripensamento».
Cercano di cacciarvi?
«Se fossimo in un libro giallo, ce ne sarebbero tutti gli indizi: i modi, i toni, le cose che si dicono. E c’è anche il movente».
Quel “nuovo” partito.
«Vorrei ricordare agli immemori che, ancora pochi anni, fa il Ppi era a quota 4,9 per cento, e nelle grandi città del nord sotto il 2. Se la Margherita è sbocciata, se è diventata una forza paragonabile ai Ds, si deve oltre all?originario impegno di Rutelli, alla scelta strategia per l?Ulivo e all?arrivo di formazioni politiche come i Democratici».
Sta dicendo che potrebbe rinascere, sotto forma di Lista Prodi?
«Prodi non ha mai parlato di questa ipotesi. Ha parlato di una lista dell’Ulivo aperta a tutti, che è ben altra cosa. Ma qui il tentativo è quello di piegarci con i ricatti. Attenzione: se insistete oltre, si mette in discussione la leadership di Prodi. Ma questo non voglio nemmeno pensarlo. A meno che non si veda in lui il regista occulto. Un offesa a Prodi e al gruppo dirigente ulivista che ha una sua autonomia».
E l'”imbroglio” del partito unico dietro la lista unica?
«Nessuno di noi ha mai chiesto lo scioglimento della Margherita. E non ci pensano nemmeno i Ds per la Quercia. E’ solo una scusa, così Marini si può tirare indietro. Del resto, ha confessato per la prima volta nella sua intervista di non essere mai stato d’accordo con le liste uniche alle europee e alle regionali».
E l’accusa a Prodi di aver congelato la Fed?
«Una vera e propria impostura. Le cose sono andate esattamente al contrario, imponendo una concezione interpartitica a colpi di “quadriglie”. Prodi voleva insediare il tesoriere unico della Fed? Ecco invece subito sfornati dai partiti quattro nomi, uno a testa. E via così, per tutti gli incarichi. Risultato: Prodi è stato costretto a fermarsi».
Come finirà, senatore Bordon? Con l’Ulivetto?
«Nessuno s’illuda: noi all’Ulivo non rinunciamo. In ogni caso, andiamoci piano a ironizzare sull’Ulivetto. Perché, con un area ulivista maggioritaria nel paese, e con la Margherita “parmesan”, magari ci ritroviamo un Ulivo vero e una margheritina».