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29 Aprile 2001

Bordon boccia la cabina Enel

Autore: Valerio Varesi
Fonte: la Repubblica

«Proprio qui dovevano farla ‘sta cabina…» sussurra il ministro dell’ambiente Willer Bordon sbirciando oltre le transenne che delimitano il cantiere ai Giardini Margherita. Di fianco a lui Arturo Parisi, che ha il compito di presentarlo ai residenti e ai genitori delle scuole «Fortuzzi», gli parla fitto. I due hanno appena lasciato il camper dell’«Ulivo» a Porta Castiglione e si incamminano lungo i vialetti. Con loro i candidati dei Democratici e i consiglieri comunali Giuseppe Paruolo e Maurizio Cevenini. Ma le parole più importanti, il ministro le dice ai genitori assillati dal problema della cabina elettrica impiantata a poche decine di metri dai banchi dei bimbi.
«La prima idea che ho avuto entrando in questo parco è stata: non avevano un altro posto? E poi – prosegue Bordon – ho seri dubbi che un impianto siffatto possa mantenersi al di sotto dei limiti imposti dalla legge che andrà in vigore fra poco tempo e che già vige in Emilia Romagna. Finirà che poi dovremo spendere il doppio per spostare la cabina una volta accertata la sua incompatibilità con l’ambiente circostante». I genitori, accorsi numerosissimi, prendono atto e più tardi, quando lo stesso discorso sarà rivolto a quelli rimasti fuori mischiati ai residenti, scrosciamo applausi. «In un Paese serio – riprende il Ministro – non si va avanti con le ruspe, occorre sempre cercare il consenso della collettività». Quindi, Bordon concede una promessa: «Lasciatemi i vostri nominativi e lunedì vi faccio chiamare dai miei tecnici. Chiederò immediatamente ai responsabili dell’Anpa (l’ente nazionale di protezione ambientale n.d.r.) di effettuare delle verifiche al fine di chiarire come stanno le cose. Sono un ministro – chiarisce infine – e non ho poteri diretti su questo problema , ma se ragionassi col buon senso con cui ciascuno di noi gestisce casa propria, direi che questa cabina in questo posto non ci deve stare».
Nel cortile delle «Fortuzzi» all’uscita, lo accolgono i bimbi con lo striscione «Salviamo i Giardini Margherita» e la maestra si improvvisa direttrice del coro: «Non vogliamo la cabina, vogliamo la piscina». Sul tema elettrosmog, Bordon è particolarmente prudente. Dopo aver ribadito che entro il 30 aprile Radio Vaticana dovrà presentare un piano di risanamento credibile, il ministro paragona la vicenda di questo particolare inquinamento con quella dell’amianto. «Già nel ’35 gli scienziati lanciavano l’allarme sul composto ma venivano presi per matti. Negli anni ’60 venne poi accertata la pericolosità cancerogena, ma si continuò d impiegarlo tanto che persino il Parlamento europeo l’ha visto utilizzato. Evidentemente ci sono interessi considerati superiori a quello della salute, ma ora si devono spendere migliaia di miliardi per risanare i danni».
Sotto gli occhi soddisfatti dei genitori e dei residenti, il ministro se ne va con al fianco Parisi. Di fronte al camper, l’appuntamento è coi comitati antismog del centro che hanno denunciato il Comune in quanto, a loro dire, inadempiente sul tema dell’inquinamento da benzene e polveri. Bordon ha ascoltato il racconto dell’inedita vicenda giudiziaria e ha promesso di seguirla da vicino fino al pronunciamento del giudice Bruno Ciccone. Mentre dal camper si diffondevano le note de «La canzone popolare» di Ivano Fossati Arturo Parisi sorride soddisfatto convinto di aver centrato l’obbiettivo.
«Ho rappresentato le ragioni dei residenti e dei genitori al Governo – spiega – anche perché i segnali su questo problema mi paiono preoccupanti. Il ministro ha valutato la situazione e ha mobilitato le autorità competenti. Anch’io, come lui, sono del parere che è meglio prevenire che curare, oltretutto costa meno». Parisi è rimasto rigorosamente fuori dalla scuola per non mischiare la sua veste di candidato con quella istituzionale che competeva al ministro. Ma il contatto tra quest’ultimo e i genitori delle «Fortuzzi» è frutto del suo interessamento. Un incontro sotto l’Ulivo e tanto gli basta.