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15 Ottobre 2004

Berlusconi: sfiderò Prodi in tv all’americana

Autore: Francesco Verderami
Fonte: Corriere della Sera

ROMA — Ha deciso di sfidarlo a duello televisivo quando si è convinto che nel centrosinistra nessuno sarebbe più riuscito a soffiare la leadership al fondatore dell’Ulivo, «perché ormai è chiaro che sarà Romano Prodi il mio avversario alle prossime elezioni, e sono pronto a sostenere un confronto in tv con lui». Non è casuale quel «con lui» pronunciato qualche settimana fa da Silvio Berlusconi durante una riunione con i collaboratori: il Cavaliere ritiene di poter uscire vincente dal duello con l’eterno rivale, e di prendersi così la rivincita dopo la sconfitta alle Politiche del ’96. Se non si concesse a Francesco Rutelli tre anni fa, è perché — come il presidente della Margherita ha confidato nei giorni scorsi — «era in netto vantaggio nei sondaggi e non voleva concedermi alcuna opportunità per recuperare. Temeva che il dibattito mettesse anche in evidenza la differenza generazionale».
E infatti il premier nemmeno stavolta si sarebbe acconciato alla sfida se dall’altra parte si fosse prefigurata la candidatura di Walter Veltroni. Il faccia a faccia con il sindaco di Roma veniva considerato più insidioso, e non solo perché l’esponente dei Ds è considerato «molto abile», capace di sfruttare lo strumento televisivo, e con un forte impatto di immagine. Già da un anno, nei sondaggi commissionati da Forza Italia, l’appeal di Veltroni è alto nelle valutazioni. Quando Claudio Scajola era ai vertici del movimento azzurro, affrontò con Berlusconi l’argomento dati alla mano. Ora che è sicuro di doversi battere con Prodi, il leader della Cdl ha rotto gli indugi. Da qualche tempo ne discuteva negli incontri riservati, e nello staff del premier non era passato inosservato l’invito rivolto sul Corriere da Gianni Riotta a reintrodurre il «faccia a faccia» anche in Italia, come esercizio di democrazia nell’era della comunicazione globale.
Un paio di settimane fa — parlando della sfida tra Bush e Kerry con la Stampa — il leader della Cdl aveva accennato alla bontà delle «ferree regole» che sovrintendono le competizioni televisive tra i candidati alla Casa Bianca. Non era che il preludio all’esternazione di ieri sera, dopo l’incontro a Palazzo Chigi con Fazio: «Anch’io farei dei duelli come quelli americani». Il Cavaliere lancia il guanto di sfida al Professore, lo riconosce politicamente come l’avversario. E chissà se ha già affidato ai suoi uomini lo studio dei severi regolamenti americani, visto che «sarebbe necessario — secondo Fini — stabilire il perimetro e l’arbitro della partita». È certo che il premier teme le trappole mediatiche: «Senza quelle regole ferree il confronto può essere manipolato. Basta un’inquadratura mentre l’avversario sta parlando, a incidere sull’opinione dei telespettatori». Di sicuro non accetterà confronti nei quali siano previste più persone. E non solo perché ricorda il braccio di ferro nel ’96, quando davanti alle telecamere Berlusconi e Prodi si presentarono con le loro squadre, e il centrodestra non seppe reagire all’accusa di aver «copiato» una parte del programma dell’Ulivo.
Il presidente del Consiglio punta a un braccio di ferro con il presidente uscente della Commissione europea. Sa di dover rimontare sul centrosinistra, ne parlò al vertice di maggioranza di due settimane fa: «Dai sondaggi risulta che c’è stata un’inversione di tendenza nelle intenzioni di voto, ma con l’attuale sistema elettorale l’opposizione è ancora in vantaggio. D’altronde — aggiunse il Cavaliere — già alle scorse elezioni se il solo Di Pietro si fosse schierato con l’Ulivo non avremmo avuto la maggioranza al Senato. Figurarsi ora che con loro c’è anche Bertinotti».
E mentre fa il lifting al suo profilo politico in vista del duello con Prodi, sottolineando che «sono un uomo di centro», è convinto che la sua immagine sia ancora vincente. In passato questa convinzione era forse maggiore. Al punto che, subito dopo il voto in Germania, quando Schroeder vinse di stretta misura, Berlusconi si presentò agli alleati con il volto corrucciato: «Visto lo scarto esiguo, se mi fossi speso tra gli italiani che vivono lì, un po’ di voti a favore della Cdu li avrei spostati». Ora deve spostarli in Italia se vuole rimanere a Palazzo Chigi. E per riuscirci è pronto alla sfida tv con Prodi.