Roma – La legge sull’immigrazione va modificata perché ha «un presupposto impossibile» e contiene «una quota di finzione che produce illegalità». Il ministro dell’Interno Giuliano Amato si presenta alla Commissione Affari costituzionali della Camera per illustrare la sua politica dell’Interno e suggerire le prime soluzioni. Ad esempio alcune modifiche alla Bossi-Fini che possono essere fatte in fretta con regolamenti amministrativi. Perché se l’immigrazione è un «fenomeno inesorabile e biblico con cui siamo destinati a convivere», occorre essere consapevoli – aggiunge Amato- «che i clandestini in arrivo, che pure dobbiamo mandare via, non sono criminali ma per lo più poveri cristi».
Parla a braccio per due ore Giuliano Amato tra piccole divagazioni ( «Il labrador, il mio amico preferito, è al momento il miglior strumento per intercettare la presenza di esplosivi») e parallelismi coraggiosi: «Le donne immigrate possono chiedere il ricongiungimento del figlio maggiorenne solo se la donna ha problemi di salute. Mi viene in mente la 194, l’aborto solo se ci sono gravi rischi per la madre. Perché i diritti delle donne devono passare sempre attraverso la loro salute?».
Modifiche della Bossi-Fini – Il ministro dice «sommessamente una cosa non sommessa: è un’ipocrisia che il datore di lavoro assuma una persona che non ha mai visto in faccia». La legge ora impone che l’assunzione avvenga solo se il lavoratore è nel suo paese e «questo è un presupposto impossibile, una finzione che produce irregolari». Per il resto sono almeno quattro le modifiche urgenti realizzabili con nuovi regolamenti: la proroga del permesso di soggiorno «per evitare quel lasso di tempo in cui l’immigrato si trova nudo al vento, senza diritti»; abbreviare i tempi del ricongiungimento; sganciare dalla Bossi-Fini i permessi per docenti e ricercatori. Infine limitare certi vincoli per il permesso di soggiorno o la residenza come affitti in regola, un certo numero di metri quadrati e lavori non precari. «Sono forme di ipocrisia a cui vengono sottoposti gli immigrati in Italia. Se capitasse a un italiano denuncerebbe a Strasburgo la violazione dei diritti umani».
I Cpt «non devono essere carceri» – Sono «necessari» perché chi arriva deve essere identificato e rimandato nel paese di provenienza. Ma «non devono essere carceri e devono garantire sicurezza e vivibilità». Un crinale «difficile» su cui muoversi. La speciale Commissione proporrà soluzioni entro sei mesi. Per la sinistra radicale il progetto di Amato è «poco coraggioso» e i Cpt «sono immodificabili».
Il deserto libico, «un ossario» – «Solo uno su cento riesce ad attraversare il deserto per arrivare a una barcaccia e attraversare il Mediterraneo. Forse è un numero eccessivo ma è un dato acquisito che il deserto libico è un ossario di persone che hanno venduto tutto nella speranza di una vita migliore». Amato punta sulla «cooperazione» tra Unione europea e Unione africana per trovare soluzioni condivise con i paesi di transito e di origine dei flussi.
La lotta al terrorismo islamista – I progetti di attentato nascono quasi sempre nel luogo dove vive il gruppo e la cellula e il via libera arriva da internet. «Gli attentati in Occidente – è l’analisi del ministro – sono il prodotto di crisi identitarie che si risolvono con identità eroiche al posto di quelle negate». Per combattere questo è fondamentale il lavoro di intelligence che «ci ha salvato da almeno due attentati, uno a Milano e uno a Bologna». Ma altrettanto importante è combattere la radicalizzazione – anche per questo è urgente la legge sul diritto d’asilo e la riforma della cittadinanza – e bravi sono stati quei sindaci che nelle loro città non hanno creato ghetti.
Sicurezza, più coordinamento e riforma dell’Arma – Alla vigilia di importanti modifiche costituzionali, il ministro dell’Interno mette il punto: «La sicurezza è un prodotto locale ma resta una funzione nazionale». Al Viminale rivendica più poteri di coordinamento: «Occorre marcare ancora di più la dipendenza funzionale dei carabinieri dal ministero dell’Interno». Interessante, per Amato, la proposta di Cossiga per dare più potere al titolare del Viminale nella nomina del comandante generale dell’Arma. Un messaggio che peserà nella scelta, tra breve, del numero 1 di viale Romania.
Election year – Al posto dell’election day. Amato ha lasciato in Commissione due pagine che dimostrano che «il bazar elettorale in Italia è sempre aperto e offre tutta la gamma dei suoi prodotti». La proposta è accorpare i vari appuntamenti elettorali ogni due anni.