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4 Ottobre 2005

A rischio povertà 11 milioni di italiani

Autore: Barbara Ardù
Fonte: la Repubblica

ROMA – Undici milioni di italiani rischiano la povertà. Se riescono a mettere insieme il pranzo con la cena, è solo grazie ai massicci interventi garantiti dallo stato sociale. Quei trasferimenti che rischiano però di assottigliarsi sempre più. Eliminato il welfare state, pensioni comprese, a rischiare l´indigenza sarebbe invece quasi la metà della popolazione italiana, il 42 per cento. Dunque quasi un italiano su due se non avesse la pensione, il servizio sanitario nazionale, se non potesse contare su cassa integrazione e disoccupazione, avrebbe seri problemi a mantenere un livello di vita dignitoso. Ma sarebbe ben il 40 per cento di tutta la popolazione europea, anche se con nette distinzioni, a trovarsi a vivere un´esistenza ben diversa da quella che conduce attualmente.


Non se la caverebbero bene nemmeno francesi, greci, belgi, per non parlare di polacchi, gli ultimi della lista. Uno scenario esplosivo quello disegnato da Eurostat, l´ufficio statistico della Comunità europea, che ha voluto calcolare il rischio povertà negli Stati membri. Lo ha fatto su dati del 2003, che probabilmente reggono il confronto con una situazione, quella attuale, che non è certo migliorata. I tagli allo stato sociale sono in aumento, non certo in diminuzione. Senza la rete di protezione sociale che caratterizza i Paesi europei, saremmo dunque un continente sulla via della povertà.


Dentro la fotografia scattata da Eurostat ci sono tutti i venticinque Paesi membri dell´Unione. E l´Italia non ne esce affatto bene. Dei 72 milioni di persone che rischiano l´indigenza ben 11 sono italiani, cioè circa il 15 per cento di tutta la popolazione europea. Una percentuale altissima per un Paese che negli Ottanta ambiva a essere annoverata come la sesta potenza industriale del mondo. Nei confronti con quella che è la media del benessere europeo, Eurostat ha calcolato anche qual è la posizione del Belpaese.

E ha trovato che il 19 per cento degli italiani vive all´interno di famiglie che guadagnano meno del 60 per cento di quanto guadagnano mediamente i nuclei familiari degli altri paesi dell´Unione europea.


Solo la Slovacchia, l´Irlanda e la Grecia sono messe peggio di noi, che viaggiamo a rischio povertà in compagnia di Spagna e Portogallo. I più tranquilli sono invece i cittadini cechi, lussemburghesi e sloveni, dove lo stato sociale non marca una linea così netta tra povertà e benessere.


Lo studio di Eurostat, «Povertà ed esclusione sociale nell´Europa a 25», analizza anche la distribuzione della ricchezza all´interno dei singoli Paesi membri. La conclusione è che esiste un forte divario tra la fascia ricca della popolazione europea e quella più povera. La media Ue, infatti, è del 4,6, vale a dire che il 20 per cento della popolazione con il reddito più alto è 4,6 volte più ricca del 20 per cento della popolazione con il reddito più basso.


A cavarsela meglio senza una rete di protezione sociale sarebbero Gran Bretagna, Lussemburgo, Germania, Portogallo, Ungheria. L´Italia sarebbe tra gli ultimi, ma farebbe meglio di Austria, Belgio e Finlandia.