ROMA – «Un agguato», «un tentativo di uccidere la Margherita». Nella sede di Dl si affilano le armi in vista dell´assemblea federale del partito. Il motivo dell´irritazione è la voce di un vertice di Romano Prodi con alcuni dirigenti di Dl, prodiani naturalmente. Insomma, una riunione di corrente avvenuta alla presenza del leader dell´intera coalizione. In un´altra riunione informale, con Dini, Marini, Rutelli, Fioroni, Franceschini, Gentiloni il commento a queste indiscrezioni lascia intravedere una tensione interna alle stelle: «Come se il Professore avesse convocato Fabio Mussi e il correntone per attaccare Fassino e D´Alema», è il ritornello dei protagonisti di quel breve incontro di ieri pomeriggio. Ma la riunione prodiana c´è stata? Ieri Prodi era a Bologna e si è visto solo con il presidente dell´assemblea federale della Margherita Arturo Parisi. È vero però che a Santi Apostoli si sono visti, negli ultimi giorni, i fedelissimi. La sostanza comunque non cambia: l´immagine è quella di una Margherita divisa. E rutelliani e mariniani sono pronti a chiedere di contarsi, giovedì e venerdì all´assemblea federale. Che significa, in parole povere, votare sulla lista unitaria, cioè misurare le forze a favore e contro. Andare subito alla resa dei conti, anche con Prodi, che sarà in Cina ma diventerà il convitato di pietra dell´assemblea.
È il suo rilancio, del resto, ad avere acceso il confronto. Rilancio sull´Ulivo e quell´accenno alla fine della moratoria chiesta proprio da Rutelli. La Margherita avrebbe preferito decidere e discutere con maggiore gradualità, ma è evidente che il Professore preme. E non solo lui. Se Dl affidava alle elezioni catanesi e alla candidatura di Enzo Bianco la risposta sul proprio peso all´interno della coalizione e sulla possibilità di uno sfondamento nella Cdl, quella risposta non è stata positiva. Questo dicono nella Quercia ributtando nel campo della Margherita la palla della decisione sulla lista unica. Sono i prodiani invece a guardare a Catania come il mancato successo di una linea di distinzione di Dl rispetto al progetto di Prodi. E anche quel voto sarà uno dei temi di scontro all´assemblea federale. Il leader dell´Unione è partito per il suo viaggio dopo aver battuto il colpo che gli avevano chiesto sia i Ds sia la Margherita sulla federazione. Ora si attendono le decisioni dei partiti. E della Margherita in particolare.
Il clima è teso da alcuni giorni. Arturo Parisi sul suo sito, la scorsa settimana, aveva già cominciato il pressing su Rutelli: «Le sue riflessioni sulla vocazione del partito, sulla struttura dell´Ulivo, sulla natura dell´Unione meritano un approfondimento, un dibattito e decisioni formali corrispondenti». Cioè, essere coerenti e fare in fretta. Sono proprio questo pressing e le riunioni di corrente con Prodi ad aver irritato Rutelli per il quale la moratoria avrebbe avuto tempi più lunghi. Ma Parisi mette nero su bianco il sospetto su un disegno già deciso, fuori dalla lista unica: «Si parla di accordi di alleanza che sarebbero stati sottoscritti da mesi a nome della Margherita con altri partiti (Udeur ndr), accordi che certo si avvantaggerebbero come minimo di una ratifica da parte degli organi competenti».