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23 Maggio 2005

Prodi: “L´Ulivo strumento per far avanzare l´Italia”

Autore: Marco Marozzi
Fonte: la Repubblica

MOSCA – «Fatti. Fatti. Per questo siamo e saremo giudicati. Non per le parole, i nostri giochi». Romano Prodi sta per seguire George Bush sr. nel salone dove premi Nobel, economisti, imprenditori di tutto il mondo incrociano scenari, previsioni, possibilità. Seminario «informale»: ognuno a porte chiuse può parlare senza prudenze diplomatiche. Da quel parterre, da quei discorsi, da Mosca Prodi commenta il ribollire dell´Italia.
«Sapete cosa serve? Un governo forte, autorevole, unito che possa rilanciare il nostro Paese. Dovreste sentire la preoccupazione che c´è in giro per il mondo sulla nostra situazione… Il resto? Il resto per me ha un senso solo se punta a questo obiettivo. A un governo che possa governare unito. Io cerco di lavorare per questo».
Ha letto l´intervista a “Repubblica” con cui Francesco Rutelli conferma insieme strappo della Margherita, fedeltà all´Ulivo e alla leadership di Prodi. Non dice nulla. Ma quel «fatti» non «parole» avvolge anche il confronto nel centrosinistra, Margherita in testa. «Vedremo nei fatti» ha risposto Prodi ai suoi che gli chiedevano lumi. «Quando rientreremo vedremo». Poi via, al seminario, chiuso tutto il giorno. Solo il tempo di andare a messa con Flavia, la moglie, alla chiesa di St.Luis des Francais, isola mediterranea all´ombra dei ricordi Kgb della Lubjianka. Gli fan festa suore e preti francesi che lo riconoscono per la Commissione Ue, un paio di italiani che vivono a Mosca e gli lanciano: «Qui è difficile. Ma è vero che da voi va così male?».
Il giornalista del TG3 lo insegue chiedendogli degli appelli in arrivo dall´Italia «a fare qualcosa di ulivista», lui si volta, poi dichiara compunto: «Ho lavorato tanto per l´Ulivo. L´Ulivo è lo strumento per fare avanzare l´Italia e non lo dimentico certo».
E sulla possibilità di una lista del presidente, una lista Prodi per l´Ulivo nella quota proporzionale alle elezioni 2006?
Sull´ipotesi di riproporre le primarie per far indicare dal popolo del centrosinistra il candidato premier? Svicola, sorride.
«Nascono idee. L´importante è un buon obiettivo».
Dopo i giorni dell´ira, Prodi pare aver scelto il tempo della riflessione. Amara, ma «serena» e con una convinzione a far da sfondo: «Non mollare». Anche se mai come ora la sua guida è in gioco e con lei un progetto. «Non ci sono alternative» mixa auguri e scongiuri un «popolo dell´Ulivo» che così si firma e lo riempie di e-mail.
Da questo retroterra – giorni in Cina e Russia a parlar di economia e scenari internazionali, convinzione di rappresentare un elettorato disperso ma pur potente – Prodi va all´incontro di mercoledì con i capi dell´Unione del centrosinistra. Deciso a rimarcare una volontà: che lui non è solo il candidato premier e non ci starà mai a finire nobilmente congelato in questo ruolo. E´ il leader di una coalizione da lui voluta su un progetto.
«L´Unione, l´Ulivo a farne da baricentro». Una convinzione che credeva non più in discussione dopo il successo alle regionali, ora pare rimessa in discussione. Non solo dalla Margherita. I partiti hanno messo loro uomini nel consiglio di amministrazione Rai, Prodi avrebbe voluto che si scegliessero personaggi rappresentativi di tutta l´Unione, di garanzia culturale e non spartiti con il codice Cencelli. Il problema ora si propone con il presidente e il direttore generale. Alessandro Curzi, voluto in Rai da Bertinotti, ha già fatto sapere che non deve essere Prodi a trattarli con Gianni Letta, ma le strutture partitiche Rai. Un atteggiamento che, temono i fedelissimi del Professore, potrebbe aprire la strada a una designazione unilaterale del governo per il direttore generale, il vero capo dell´azienda.
Episodi. Culture, politiche diverse tornano a confrontarsi. Prodi sceglie di affrontarle continuando a lanciare l´allarme Italia.
«E´ ormai oggetto di intensa preoccupazione sotto molti aspetti, – legge a sera, dichiarazione calibrata con il bilancino – dalla capacità di tenuta del sistema produttivo alla tenuta dei conti pubblici. E´ una preoccupazione condivisa e molto profonda. Tutto ciò mi addolora fortemente, ma so che l´Italia ha tutte le energie per potersi riprendere. C´è tanta gente che ha voglia di fare un salto in avanti. Occorre però consapevolezza e coesione». E´ qui l´appello, il solito: «Dobbiamo quindi preparare una coalizione e un governo in grado di prendere le decisioni per salvare l´Italia, di dare una sterzata al Paese, di aiutarlo a crescere e a cambiare rotta. Questa è la preoccupazione che io sento in questi giorni viaggiando per il mondo e ascoltando tutti questi testimoni del tempo presente».