2222
15 Febbraio 2005

Marini: conta sull´astensione lodo Fassino per evitare rotture

Autore: Goffredo De Marchis
Fonte: la Repubblica

ROMA – Sarà pure un bagno di democrazia, così come lo immagina Prodi, ma Piero Fassino è preoccupato: «Perché è difficile dire dove ci porteranno certi sbandamenti», ha spiegato a chi lo ha sentito nelle ultime ore. Siamo infatti alla vigilia di una nuova puntata del centrosinistra alle prese con la vicenda irachena. E alla vigilia dell´ennesima divisione. L´assemblea dei parlamentari dell´Ulivo, che si riunisce stamattina, appare fin troppo aperta a esiti diversi e contrastanti. Franco Marini ha rotto gli indugi e presenterà ai colleghi ulivisti un documento a favore dell´astensione. Ne ha parlato nel pomeriggio con Prodi. «Tu dici che hai fatto la federazione e che funziona, che ha delle regole – ha detto al Professore – . Bene, vediamo se è vero. Si decide a maggioranza e se perdo mi adeguo, voterò no insieme a tutti gli altri». La risposta di Prodi è stata: vai avanti, nessun problema.
Ma il problema è in agguato e potrebbe nascere quando si conteranno le adesioni al documento di Marini. Se sono poche, gli astensionisti rischiano la brutta figura e forse alla fine decideranno di non contarsi. Se sono tante (l´obbiettivo è intorno ai 50 voti su circa duecento presenti), sarà possibile non tenere conto di questo dissenso? Diventerà necessario presentare in aula un ordine del giorno che spieghi il no e distingua la posizione dell´Ulivo da quella di Rifondazione? C´è il sospetto, soprattutto nei Ds, che l´iniziativa di Marini finirà per indebolire Prodi. «Non penso che sia così, sarebbe il colmo», dice Gavino Angius. Che indica una delle vie d´uscita studiate in queste ore dalla Quercia: «Non dobbiamo dividerci tra di noi. Dobbiamo invece chiedere che il governo torni in aula per un dibattito complessivo sulla politica estera. Ma tutto questo possiamo farlo dopo il voto sul decreto di rifinanziamento».
I Ds si muovono, mediano. L´Ulivo, malgrado l´ottimismo ostentato dal Professore, non può apparire all´esterno come una Babele di voci e di posizioni. Ecco perché Fassino ha dato incarico a Marina Sereni, responsabile esteri dei Ds e ormai esperta nell´estensione dei documenti sull´Iraq, di preparare un testo diessino da tenere di riserva per la riunione di stamattina. Il «lodo» della Quercia dovrebbe servire a confermare il «no» ma prendendo atto delle novità della situazione: dal voto iracheno alle parole di Kofi Annan. Un modo (quasi) indolore di distinguersi dalla sinistra radicale e da Bertinotti. Il testo ovviamente rimarrebbe agli atti della Fed, ma non andrebbe in aula al Senato, dove si comincia a votare sul rifinanziamento delle missioni oggi pomeriggio. «Quello mai – dicono a Via Nazionale -. Non vogliamo fare regali al governo».
Francesco Rutelli ha già fatto sapere qual è la sua posizione, nel vertice dell´Ulivo, giovedì scorso. È favorevole all´astensione, non vuole appiattirsi su Prc. Questo non significa che abbia approvato il testo presentato da Marini. Il quale cerca sostegni trasversali, chiamando anche parlamentari della Quercia. I riformisti doc come Umberto Ranieri e Peppino Caldarola sono pronti alla «sfida» dell´astensione. «Per me l´importante – spiega Caldarola – è che nessuno pensi che voto sulla missione in Iraq con le stesse motivazioni di Bertinotti». Nei Ds si muove anche il liberal Enrico Morando con un testo da votare in assemblea in cui si precisa che l´Ulivo non chiede il ritiro dei soldati. Marini gli ha proposto un´«alleanza», Morando però vuole correre da solo. Per il momento, il dirigente della Margherita ha il sostegno dei parlamentari di Dl Maccanico, Gerardo Bianco, Beppe Fioroni, Gianni Verzetti. «Ma saremo molti di più», prevede Fioroni. Con l´obbiettivo dichiarato di arrivare a una mozione parlamentare distinta da quella di Rifondazione. Una vera spaccatura dell´Unione. E allora sì che Prodi ne uscirebbe indebolito. «Ma non vi preoccupate, non si sfascia niente», garantisce Marini.