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25 Gennaio 2005

Il Professore insiste con D´Alema “Effetto primarie sul voto in Puglia”

Autore: Goffredo De Marchis
Fonte: la Repubblica

ROMA – «Ancora una vittoria. E in Puglia è successo quello che avevo previsto: l´iniezione democratica delle primarie è stata decisiva, le primarie fanno bene al centrosinistra». Romano Prodi rompe la «moratoria» chiesta dai Ds, insiste sul tasto più doloroso per la Quercia, infila il dito nella piaga. Per fortuna, è il giorno del 2 a 0 alle suppletive e le polemiche restano sotto traccia.
Il Professore telefona a D´Alema e gli offre la sua “versione” dei fatti. È entusiasta. Lo è anche il presidente dei Ds che, dopo la batosta riformista nella sfida pugliese (sconfitto il candidato della Federazione Francesco Boccia) adesso incassa la vittoria del suo principale collaboratore, Nicola Latorre. Ma per Prodi, il neo-senatore è più “Nichi” che Nicola, almeno per un giorno. «Le primarie pugliesi, e la vittoria di Vendola, hanno dato la scossa alla nostra gente, che grazie a quella mobilitazione è andata a votare anche stavolta. Insomma, siamo riusciti a motivare la nostra gente. Basta vedere i dati di quel collegio. Lo spostamento dei voti, dal 2001 a oggi, è impressionante. Il centrosinistra aveva perso di dieci punti e ora è cinque punti sopra il cinquanta per cento», dice Prodi ai suoi collaboratori sintetizzando il colloquio con il leader diessino. D´Alema condivide la gioia di Romano, naturalmente, ed è felice per Latorre. Capisce però che il Professore, sulle primarie, rimane della vecchia idea: bisogna farle, devono essere vere, sono la nuova vera fonte di legittimazione alla leadership dell´Alleanza democratica. Nella sostanza, non ha ancora fatto concessioni rispetto all´altolà pronunciato dalla Quercia, al pressing di un intero gruppo dirigente, da Fassino a D´Alema a Veltroni.
È importante anche la vittoria di Rovigo. E Prodi sorride ancora: «Anche lì le differenze erano enormi, abbiamo strappato un fortilizio alla destra». Ma la Puglia, ormai, è nel cuore del Professore. Lo ha capito bene Fausto Bertinotti. Ieri ha risposto punto per punto alle dichiarazioni parigine di Prodi, ma sa che sulle primarie non è ancora scoccata l´ora del contrordine. Leggendo i giornali con gli uomini del suo staff, ieri mattina il leader di Prc non aveva alcuna voglia di strapparsi i capelli preferendo scherzare: «Dovrò cambiare il messaggio della segreteria telefonica: “Risponde lo strampalato Fausto Bertinotti…”».
La Quercia, dunque, ha portato a casa un po´ di tempo in più per risolvere l´enigma-primarie. Ma non ancora l´esito sperato, lo scioglimento del rebus, cioè il ritiro, indotto o volontario, di Bertinotti. Il Professore non ha fretta e altri obbiettivi su cui concentrarsi, per ora. Ieri è andato a fare visita alla sede della Fabbrica del programma o delle idee, il capannone alle porte di Bologna, dove nascerà il progetto del centrosinistra per l´Italia. Stasera appuntamento con i «martedì» dei frati di San Domenico, sempre a Bologna. Ma giovedì, a Roma, Prodi tornerà a riunire il vertice della Federazione per accelerare il percorso dell´Ulivo. Intanto il presidente federale della Margherita Arturo Parisi approfitta delle suppletive per togliersi alcuni sassolini dalle scarpe. Le polemiche nella Gad, il braccio di ferro con Rutelli e il recupero, secondo alcuni sondaggi, di Berlusconi, venivano attribuiti, da alcuni boatos, al ritorno di Prodi. Il Professore come un boomerang. Parisi puntualizza: «Non è male ricordare che da giugno il risultato di tutte le elezioni che abbiamo affrontato ha avuto come segno il più. Dalle Europee alle regionali e alle amministrative, al 7 a 0 delle suppletive dello scorso autunno, ed ora al 2 a 0 di queste a Rovigo e Bitonto». Manca il 2006, però la strada è quella giusta. «Diciamo questo guidati dalla speranza, non dalla iattanza», spiega Parisi.