28 Febbraio 2006
“All´Europa manca l´Italia per questo sostengo Prodi”. Kohl incontra il leader dell´Unione a Roma
Autore: Andrea Bonanni
Fonte: la Repubblica
ROMA – Il futuro dell´Europa, spiega Helmut Kohl, «è questione di uomini». E fissa gli occhi, resi un po´ acquosi dall´età, verso Romano Prodi che sta seduto dall´altra parte del tavolo. «Per questo sono venuto volentieri. Vorrei che la mia presenza qui fosse intesa come un sostegno a Prodi in quanto grande europeo: un eccellente esempio di italiano cosmopolita, legato alle radici del suo Paese ma capace di guardare oltre le frontiere». Di fronte al vecchio Cancelliere cristiano-democratico, monumento vivente alle grandi conquiste europee dalla riunificazione tedesca all´euro, Romano Prodi non nasconde la propria soddisfazione per questa investitura che non potrebbe essere più autorevole. Nella sede prestata per l´occasione dall´associazione Civita, in Piazza Venezia, Kohl e Prodi hanno discusso per due ore a porte chiuse con un piccolo gruppo di giornalisti, prima di continuare la chiacchierata a tu per tu di fronte ad un abbondante pranzo a base di culatello e rigatoni (niente mortadella) da «Fortunato» al Pantheon. E della amicizia testimoniatagli dal padre nobile della Germania cristiano-democratica Romano Prodi aveva bisogno, dovendo parare la mossa elettorale di Berlusconi che ha convocato a Roma per la vigilia del voto un vertice del Partito Popolare europeo a cui interverrà anche Angela Merkel, la nuova cancelliera tedesca. Così il leader dell´Unione risponde alla convocazione d´ufficio della Merkel con la testimonianza spontanea di Kohl. «Quando mi schiero a fianco di un amico, e non uso questa parola alla leggera, dopo non c´è verso di smuovermi», spiega l´ex Cancelliere. E infatti, nonostante la mobilitazione dell´internazionale democristiana e dello stesso governo, il padre della riunificazione tedesca ha accettato di fare visita a Casini e Buttiglione ma non si è lasciato sfuggire una sola parola di solidarietà per la loro parte politica. Il motivo di questa scelta apparentemente incongrua lo spiega lui stesso, con parole che pesano come macigni. «Per un non italiano, la politica interna del vostro Paese appare spesso incomprensibile» spiega, strappando a Prodi un «anche per me, a volte» che sembra uscirgli dal cuore. «Tuttavia fino a qualche anno fa, pur di fronte a governi italiani che cambiavano spesso, avevamo un punto di riferimento fisso: sapevamo che, chiunque fosse al potere a Roma, l´Italia era fermamente schierata a favore dell´Europa. E non a parole, ma nei fatti. Oggi quella voce dell´Italia ci manca. E di più non vorrei aggiungere». La discussione tra Prodi e Kohl prosegue, toccando tutti i punti più delicati della politica europea, dal rapporto con gli Stati Uniti che, assicura l´ex Cancelliere, sarà presto normalizzato, alla sorte della Costituzione cui Kohl rimprovera la mancanza di un qualsiasi riferimento a Dio. Ma sempre, discutendo di Europa, la lezione che viene dallo statista tedesco è che la qualità umana dei suoi leader condiziona in modo determinante lo svolgersi della Storia. E´ un concetto che ribadisce anche quando Prodi parla della necessità di «ricostruire un gruppo guida di alcuni Paesi che portino avanti gli ideali europei», e pone questo come uno dei principali obiettivi del suo futuro governo. Kohl è d´accordo a patto, spiega, «che non si tratti di un direttorio». Già, ma chi farà parte di questa avanguardia? «E´ un problema di qualità, e non di dimensioni – risponde – Di certo il Lussemburgo, perché il suo primo ministro, Juncker, è una risorsa per l´Europa. Di certo la Germania. Forse l´Ungheria. Non so invece chi vincerà le elezioni francesi» lascia cadere, facendo intendere che lo stesso criterio selettivo vale per chi vincerà in Italia. «Se uno crede davvero nell´Europa, la gente lo capisce e lo segue. Se non ha questa fede, è inutile che si faccia avanti». L´incontro si chiude con una battuta che, come tutte quelle dell´ex cancelliere, è meno occasionale di quanto sembri. A un giornalista che gli chiedeva quali fossero le qualità che un leader nazionale deve avere per affermarsi nel contesto europeo, Kohl risponde elencando: «carattere, coraggio, intelligenza, senso dell´umorismo, capacità di leadership». Prodi interloquisce: «e la pazienza? Helmut, hai dimenticato la pazienza». Kohl lo guarda a lungo. Poi risponde: «Senza la pazienza, Romano, uno non arriva neppure a vincere le elezioni nel proprio Paese. E tu lo sai».