Per l’anagrafe non e’ piu’ un ragazzino:”di anni -ormai-dice ne ho 66″, ma come uomo pubblico e’ senz’altro giovane ,visto che il salto dall’univesita’ alla politica risale a poco piu’ di dieci anni fa. Da allora, dal 1995, Arturo Parisi di strada ne ha fatta:primo e piu’fidato consigliere di Romano Prodi , ha inventato l’Ulivo ,ha promosso le primarie ,e cominciato a parlare di partito democratico quando la sua sembrava solo un’utopia. E ora che il 14 ottobre la data della nascita si avvicina, avverte: “dobbiamo stare molto attenti perche’ questi sono i mesi piu’ delicati,quelli in cui il possibile parto puo’ trasformarsi in un aborto”. D’altra parte , ad essere la coscienza critica della sua coalizione ,il Prof. Parisi, docente di sociologia all’universita’ di Bologna, ci e’ abituato: tanto da essere stato definito il grillo parlante del centrosinistra. Un ruolo, pero’, che non gli piace “perche’ ,dice,non vorrei finire sotto le martellate del Pinocchio di turno”.
Allora Prof. Parisi la data di nascita del Pd e’ fissata e il suo leader sara’ l’uomo che da mesi e in cima a tutti i sondaggi . Soddisfatto, lei che ha cominciato a parlare del nuovo partito e di primarie quando ci credeva?
Voglio risponderle con le parole insuperabili di Antonio La Forgia: Veltroni e’ come candidato il migliore possibile,come candidato unico il peggiore possibile.Quando il comitato dei 45 ha deciso che il l’uomo che guidera’ il pd sara’ scelto dai cittadini con l’elezione diretta, sono stato tra i primi a sollecitare il sindaco di Roma ad abbandonare ogni remora e scendere in campo apertamente, ma e’ questa unanimita’ sul suo nome che mi preoccupa.
Perche’ un segretario forte non e’quello che ci vuole per un partito che deve ancora nascere?
Avevamo immaginato un percorso che consentisse agli elettori si scegliere in modo nuovo il segretario nuovo di un nuovo partito. Non vorrei che tornassimo all’antico con un candidato unico che sottrae la decisione ai cttadini rendendola oggettivamente inutile. Se arriveremo alle primarie con un solo nome, senza una vera competizione, sara’ come non farle. Un rischio che non possiamo correre e il primo rendersene conto ,sono sicuro, e’ proprio Veltroni.
Lei lo voterà ?
Si se avra’ il coraggio si di sostenere al linea che io chiamo ulivista:.No se diventera’ il paravento della continuita’ con il passato.
Ma nessuno sembra intenzionato a sfidare il sindaco di Roma, da quando la sua candidatura e’ diventata ufficiale e’ stato un fuggi fuggi generale. Tutti quelli che avevano annunciato che avrebbero partecipato alle primarie hanno dichiarato di essere pronti a fare un passo indietro?
Io sono pronto a dare il buon esempio e a fare quello che avevo gia’ detto qualche mese fa. Se alla primarie cui sara’ il solo nome di Veltroni accanto al suo ci sara’ anche il mio. Senza alternative non ci sarebbe confronto e questo indebolirebbe non poco la competizione. Se c’e’ un modo sicuro per perpetuare le vecchie divisioni e’ proprio quello di coprirle dietro un’unita’ di facciata attorno a una sola candidatura. Solo con una competizione alla luce del sole tra diverse proposte e idee politiche sara’ possibile mescolarsi davvero a prescindere dalle diverse provenienze.
Non e’ che molte delle sue perplessita’ nascono anche dalla preoccupazione che un leader autorevole come Veltroni possa entrare in conflitto con Prodi?
E perche’ mai? I ruoli e il mandato sono assolutamente diversi. Il segretario del Pd , ammesso che sia Veltroni, dovra’ costruire il nuovo partito e guidarlo fino alle prossime elezioni, sapendo che il futuro non puo’ nascere dalla distruzione del presente .Prodi e’ il capo del governo, punto di riferimento di tutta la coalizione . Non ci saranno conflitti.
A proposito di Prodi, sono passati tredici mesi dalla nascita del governo. Lei, da professore universitario che voto gli darebbe?
Viste le condizioni da cui siamo partiti e in cui siamo costretti ad andare avanti, gli adrei la sufficienza piena, diciamo pure quasi sette.Certo i giudizi li danno gli elettori e quello che conta alla fine sono i risultati non i meriti, ma io dico che con soli venticinquemila voti in piu’, siamo riusciti a fare molto.E sfido chiunque a sostenere che, con una maggioranza cosi’ esigua al Senato,come quella prodotta da una disastrosa legge elettorale, si poteva fare di di piu’.
Quale e’ la cosa piu’ importante che avete fatto e quella che secondo lei dovevate fare prima?
Abbiamo risanato i conti pubblici e, parlo anche come ministro della difesa, abbiamo ritirato le truppe italiane dall’iraq, un impegno perso con i nostri elettori e promosso egiudato la missione di pace in Libano. Per quanto riguarda il futuro, la priorita’ assoluta e’il cambiamento della legge elettorale. E se il parlamento non riuscira’ a trovare un accordo prima dell’esatte allora il referendum sara’ inevitabile.
Ma il referendum non rischia di mettere in seria crisi il governo Prodi? Mastella gia’ minaccia sfracelli?
Certo, il rischio c’e’ ma io dico che dobbiamo essere pronti a correrlo. L a crescente difficolta’ nel governare e’ piu’ che una certezza e non sono pochi quelli del centrodestra che si sono resi conto che, con le legga che hanno votato, nessuno riuscira’ piu’ a governare davvero. Pensi, ad esempio, a Fini e Martino,che sono tra i piu’ convinti sostenitori del referendum.
Non sono pochi quelli che sostengono che questo governo sta in piedi perche’ non ha alternative credibili. E’ una critica ingenerosa o c’e’ del vero?
Tutti i governi anche quelli molto forti trovano la loro ragion d’essere anche nella assenza di alternative. Diciamo che per il nostro ,che e’ costretto a nuotare bevendo un po’ d’acqua ad ogni bracciata ,questo e’ piu’ vero che per altri.
Si diceva che la nascita del Pd avrebbe aiutato il governo a essere piu’ stabile , ma per ora l’effetto sembra esattamente l’opposto.Avete cominciato con il piede sbagliato?
Attenzione il Pd non ha ancora iniziato il suo cammino. La data di fondazione e’ fissata per il 14 ottobre. Se accadesse prima significherebbe che a fondarlo non sono stati i cittadini, gli unici che hanno il diritto di farlo, e che ,con la loro partecipazione e adesione, daranno vita a questa nuova formazione.
Lei, pero’ commentando le nomine fatte da ds e margherita per il comitato dei 45 che dovra’ indicare i tempi e i modi del nuovo partito,ha detto:sono tutti vecchi,speriamo almeno che saggi?
Per la verita’ ho detto:” siamo vecchi”perche’ dentro si sono anche io che non sono certo giovane.Se fosse stato per me non avrei attribuitoa quel comitato una funzione dirigente,risarei limitato alla costruzione di un gruppo di lavoro ,come facemmo per le primarie. Quanto all’eta’ e’ la nostra calsse politica e, ancor prima, la classe dirigente dell’intera societa’ italiana a essere vecchia.
Pero’ Prodi chiede ai giovani di farsi avanti perche’ nessuno lascera’ spontaneamente la poltrona e Amato parla di giovanilismo populista?
Infatti. Non abbiamo bisogno di nuove generazioni che chiedono di essere cooptate. Al Pd servono giovani che alzino la mano e prendano la parola esattamente come gli altri , pronti a sfidare gli anziani sul terreno delle proposte e a dire: eccoci qua questa e’ la nostra idea per il futuro del paese.Un’idea migliore della vostra..
Davvero pensa che nei partiti oggi ci sia questa possibilita’?
I canali di rinnovamento della politica non passano,certo, solo atreverso i partiti. Noi dobbiamo fare appello a tutte le energie che ci sono nella nostra societa’ .C’e’ una domanda che non passa attraverso le sedi tradizionali :e’ a quella che dobbiamo rivolgerci come Pd.
Lei ha dichiarato di essere pronto a lasciare il suo posto nel comitato del 45 a un giovane. A chi vorrebbe cederlo?
Lo confermo. Il mio incarico e’ a disposizione ma per uno di quei giovani di cui parlavo prima che non ha alle spalle anni di professione politica ed e’ preoccupato solo per la sua futura carriera. Quello che ci serve non e’un semplice rinnovamento “nella “leadership ma un rinnovamento “della” leadership. Blair in Inghiterra , Zapatero in Spagna e, prima ancora Aznar, Obama negli Stati Uniti e infine lo setesso Sarkozy in Francia non hanno certo aspettato il via libera dei loro partiti , ma sono stati capaci di imporsi anche contro la volonta’ dei piu’ anziani e delle gerarchie, perche’ portatori di una proposta politica forte.A noi non servono tanti giovani:ce ne bastano pochi se non addirittura uno,ma leader,e vedra’ che allora, assieme a lui, arrivera’ anche il rinnovamento della classe dirigente.
Lei viene considerato l’inventore dell’Ulivo. Cosa rimane oggi delle speranze e delle aspettative di allora?
Resta il Pd nella misura in cui riuscira’ ad essere davvero il suparemnto dell’Ulivo inteso come semplice cartello elettorale, come alleanza occasionale. Ma vorrei che non andassero perse la tensione ela speranza di allora.So, che,a volte, il nuovo partito rischia di apparire qualcosa di meno e non di piu’ dell’Ulivo. Confido in questi 120 giorni che ci separano dal 14 ottobre. Ne sono passati 4.630 ,li ho contati, da quel 5 febbraio del 1995, quando scese per la prima volta in campo il segno dell’ulivo. Siamo in dirittura d’arrivo ma anche nella fase piu’ delicata della gestazione.
Professor Parisi sembrano lontani i tempi in cui la sua richiesta a ds e margherita di sciogliersi provocava sarcasmi e risposte scandalizzate. Oggi che forse questo si sta realizzando,come si considera. Un veggente, un avventurista o, come dicono alcuni, un profeta di sventure?
Un profeta di avventure perche’ mentre anticipavo una possibilita’ a cui nessuno allora credeva mi sono impegnato fino in fondo come solo gli avventurismo osano fare perche’ la profezia si potesse realizzare.
Per’ almeno per ora , l’annunciata fusione tra i due principali partiti del centrosinistra ha provocato uan scissione?
Sono adii che mi pesano moltissimo, ma io sono sicuro che nel futuro ci rincontreremo. Quando fondammo i democratici sapevamo che non si trattava di una rottura ma solo di un appuntamento per una nuiva unione e io sono sicuro che anche questa volta andra’ cosi’.
Che ruolo vede per lei nel Pd?
Quello di chi continuera’ a combattere fino a quando non sara’ sicuro che il nuovo abbia superato bene la fese del rischio perinatale. Fino ad allora ci sara’ bisogno di tutti quelli che hanno partecipato, in un modo e nell’altro, al concepimento.
Quale e’ il rischio piu’ grande,quello che potrebbe provocare un’interruzione della gravidanza?
Che il nostro parlamento faccia una sclta sciagurata e modifichi la legge elettorale in senso proporzionale.Noi non abbiamo bisogno di tavoli di volenterosi ma di due schieramenti contrapposti,portatori di due visioni diverse del futuro del paese,che permettano agli italiani di scegliere tra due diversi progetti come accade da anni in paesi quali la Francia,l’Inghilterra,gli Stati Uniti. Solo questo potra’ ridare vita alla speranza di un profondo cambiamento.
Intervista di Bianca Berlinguer