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15 Marzo 2005

Tesi sostenuta dal prof. Arturo Parisi, vicepresidente di DL Margherita, nell’ultimo esecutivo riguardo commemorazione di Aldo Moro.

“Un futuro comune si costruisce solo se ci riconosciamo su un passato condiviso come base comune. Un Ulivo come casa comune dei riformisti deve riconoscere come riferimenti comuni i riformisti che con il loro pensiero, la loro azione, e il loro sacrificio hanno messo le basi della nuova fase della nostra democrazia. Un Ulivo nel quale ognuno celebrasse separatamente i propri morti e per di più senza far distinzione tra quanti sono stati guidati da una ispirazione riformista dagli altri (conservatori, massimalisti, rivoluzionari che essi siano) è destinato a separare anche i vivi. Moro è stato tra i democristiani sicuramente uno di quelli che più ha lavorato per il compimento della nostra democrazia in una prospettiva governante e riformista. Se la M. lo celebrasse da sola in nome del passato, essa riconoscerebbe come proprio passato quello democristiano o al massimo un passato come somma dei diversi passati non comunisti. La M. che si pensa come anticipazione e strumento per la costruzione dell’Ulivo (casa dei riformisti) non può celebrarlo che come antesignano del nostro progetto. In sintesi: o Moro lo ricordiamo come riformista e allora dobbiamo offrirlo a tutti i riformisti, o Moro lo ricordiamo come dc e allora è bene che lo celebrino (o, almeno, l’iniziativa della celebrazione sia di) quanti sono stati democristiani.”