Vicenza – “Il Presidente ha deciso per tutti: la vicenda è definita nella sua essenzialità”.
Le polemiche sulle diverse interpretazioni?
«lo peso le parole. Quel che avevo da dire l’ho detto, quel che dovevo scrivere l’ho scritto. Forse qualcuno non è abituato ad un approccio filologico. E invece è tutto sotto la luce del sole».
L’ Afghanistan?
«Onoremo i nostri impegni».
Il ministro della
«
Ma non tutti sono di questo avviso e lui lo sa.
«Nel Paese in genere -riconosce il ministro -non c’è un comune sentire. C’è chi è d’accordo, ci sono molti che dissentono e moltissimi che non vogliono saperne nulla. E anche quest’ultimo è un male perché a noi non serve un via libera purchessia, ma un consenso consapevole».
Merce rara. Parisi è conscio della delicatezza del momento e non a caso è lieve con la sinistra radicale.
«La sinistra -dice -condivide la fatica di tutti nel rispondere alla domanda di fondo, e condivide anche il ritardo. Ma tutti i cittadini, anche quelli di sinistra, devono rendersi conto che la democrazia governante riduce il campo della delega e impone ai cittadini di dire dei ‘si’ o dei ‘no’ non nelle piazze ma all’interno delle istituzioni».
Ed è più duro con l’opposizione.
«L ‘opposizione ha rinfocolato la tradizione della… diciamo del dualismo. Di giorno si fanno certe cose e di notte altre».
Furbizie, opportunismi. E su questo ne ha anche per gli enti locali: «L’amministrazione vicentina ha atteso autunno inoltrato per fornire il suo parere. Preferiva evidentemente che le decisioni fossero assunte da altri, riservandosi però il diritto di critica successiva. Cosa che puntualmente ha fatto il sindaco Hullweck….».
A Vicenza non gradiranno.
«Ognuno -conclude Parisi -deve fare la propria parte, e noi l’abbiamo fatta».
E proprio qui, nel decidere, stante la plurale coalizione di governo, sta il problema.