Siamo ad un passaggio cruciale per chi, come noi, ha scommesso e scommette sull’Ulivo.
Negli ultimi giorni si sono prodotte due novità che cambiano radicalmente il quadro e che ci prescrivono sollecite decisioni. Due novità che rappresentano rispettivamente un’opportunità e una sfida.
La prima novità è evidentemente il travolgente risultato delle primarie. Esse testimoniano una straordinaria domanda di partecipazione che largamente trascende i confini degli attuali partiti dell’Unione (ha votato un numero di cittadini quindici volte superiore a quello che partecipa ai congressi di partito). E’ una potente spinta all’unità nell’Unione e dell’Unione. Ancora, il voto ha documentato il larghissimo consenso raccolto da
Questa è la risposta più efficace ed eloquente a una seconda novità decisamente negativa. Ci riferiamo alla sfida e alla spinta implicite nella regola elettorale in via di approvazione che va esattamente nel senso opposto: quello della regressione e della divisione, dei particolarismi, degli egoismi di partito, dell’ingovernabilità.
La legge elettorale che si profila riporta la quota proporzionale a quel 100% dal quale si era partiti, minando alla radice l’unità delle coalizioni.
L’indignazione non basta. E’ il tempo dell’azione. Alla spinta verso la divisione, dobbiamo rispondere con l’unità, raccogliendo l’invito contenuto nella grande partecipazione di popolo alle primarie. Al ritorno al passato con la ripresa del cammino verso il futuro.
Questo cammino può essere ripreso solo dando immediatamente una risposta che sia allo stesso tempo politica e strategica.
Questa risposta è, ancora una volta, l’ULIVO come progetto e come soggetto che porti alla formazione di un grande Partito Democratico che unisca tutte le tradizioni politiche del campo democratico e riformatore.
Tale percorso non può essere ripreso se non a partire dalla riconsiderazione delle scelte, dalla correzione delle loro motivazioni e da una inversione radicale del processo messo in moto dalla interruzione del cammino dell’Ulivo. Non è tempo di soluzioni tecniche, di differenziazioni strumentali, di discussioni inutili. A questa prospettiva riteniamo non vi siano alternative.
Al servizio di questo disegno ci sentiamo impegnati come in passato.
La prospettiva è quella della costruzione del Partito Democratico inteso quale polo di centrosinistra del bipolarismo italiano. Non il fronte moderato dell’Unione, ma un progetto e un soggetto politico aperto e progressivamente sempre più largo e inclusivo di tutte le forze del centrosinistra italiano su una base nitidamente alternativa a quella della Casa delle Libertà. Un progetto e un soggetto la cui realizzazione non può essere rinviata a un futuro remoto e indefinito.
Ma, perché tale prospettiva non sia solo retoricamente evocata, è doveroso fin d’ora applicarsi all’Ulivo, che è il Partito democratico oggi in concreto possibile, facendo per intero i passi che sono nella nostra disponibilità e dunque nella nostra responsabilità. A cominciare da liste unitarie dell’Ulivo alle prossime elezioni cui fare coerentemente seguire la costituzione di gruppi unitari dell’Ulivo nel futuro parlamento.
Dopo il voto di ieri, riteniamo dunque che si debba andare oltre l’esperienza della Margherita. Essa è stata una positiva esperienza di integrazione di identità politica riformiste varie e radicate. Tuttavia oggi, a nostro avviso, gli elettori sono già più avanti.
Esattamente le ragioni che furono all’origine della costituzione della Margherita ci chiamano oggi alla costruzione di un’unità più ampia e più intensa. Verso questa strada, la strada dell’Ulivo, indirizziamo per intero il nostro impegno politico.
Noi rispettiamo tutte le posizioni di chi, dentro l’Unione, coopera alla causa comune e chiediamo altrettanto rispetto per noi e per chi, come noi, sente pressante l’esigenza di adeguare il passo a quello dei cittadini.
Arturo Parisi