Son sicuro che quando Fini sottolinea la necessità che le riforme istituzionali si facciano insieme all’opposizione non si riferisce al solo caso nel quale sono le regole costituzionali a richiedere una maggioranza qualificata. Sarebbe banale. Come fa allora Fini a rinnovare questa comune convinzione proprio mentre, per pressione di Berlusconi, viene approvata una norma come il nodo Alfano che di questo principio è una evidente forzatura? Come potrebbe la minoranza avviare qualsiasi confronto a partire da questo precedente, sapendo in partenza che tanto alla fine la maggioranza imporrà le sue proposte avvalendosi di una forza parlamentare ben superiore ai suoi consensi reali che le è stata riconosciuta per rafforzare la azione di governo e non per cambiare in solitudine le istituzioni? Lo chiedo proprio perchè sono d’accordo con Fini sulla necessità di riprendere il cammino ricominciando dalle conclusioni della Bicamerale del 1998. Lo chiedo proprio perchè, così come condivido con Fini la necessità di trascendere il sentimento di identità nazionale in un rinnovato patriottismo repubblicano, penso che solo un sistema presidenziale alla francese può riequilibrare i rischi divisivi del federalismo. Come potremmo tuttavia proporre e difendere l’introduzione di un sistema presidenziale di fronte alle preoccupazioni di chi teme che esso possa trasformarsi in un sultanato in presenza delle forzature istituzionali promosse dall’attuale Presidente del Consiglio?