“La mia scelta è per il No. Un No convinto, anche se rispettoso delle ragioni che stanno dietro alcuni degli argomenti dei sostenitori del Sì”.
Lo dichiara Arturo Parisi all’Adnkronos a proposito del referendum no triv di domenica. Un appuntamento che l’esponente ulivista lega a quello di ottobre per le riforme costituzionali.
“Vado in particolare a votare pensando al referendum che ci attende ad ottobre”.
“Voglio riservare alla mia debole voce tutta la forza di chi crede nella partecipazione democratica. Solo chi vota oggi potrà domani invitare i suoi concittadini a recarsi alle urne per dire il proprio Sì o anche il proprio No al rinnovamento della nostra Carta fondamentale”, argomenta Parisi.
E riferendosi alle parole di Matteo Renzi sul fatto che al referendum costituzionale non contano le percentuali ma solo chi vince, osserva: “Non riesco neppure a immaginare che qualcuno possa accontentarsi di raggiungere un risultato ancorchè pienamente legale disinteressandosi del fatto che la nostra nuova Carta non abbia alla sua origine una partecipazione corale “.(segue)
(Adnkronos) – Parisi si schiera dunque per il no al referendum no triv nel rispetto “delle ragioni che stanno dietro alcuni degli argomenti dei sostenitori del Sì. Parlo di quelli spiegati con accento di verità, perché guidati dalla preoccupazione per l’ambiente e solo per l’ambiente. Voto No perchè, come ha sintetizzato recentemente Romano Prodi, ritengo che l’alternativa che domenica abbiamo di fronte non è tra idrocarburi e energie rinnovabili, ma tra cominciare a comprare dall’estero anche la quota di idrocarburi che in questo momento produciamo noi stessi e quella di continuare a produrla autonomamente fino all’esaurimento dei giacimenti esistenti e solo di quelli esistenti”.
“Ma soprattutto -prosegue Parisi- la mia scelta è quella di andare a votare e votando invitare a votare ognuno per una delle tre alternative disponibili: No, Sì, e perfino Scheda bianca. Vado e invito a votare perchè preoccupato dall’astensionismo che tra i cittadini sta superando il livello di guardia e va ogni giorno di più, piuttosto che perchè contrario alla astensione che ritengo nel caso specifico assolutamente legittima. A differenza di molte autorevoli voci istituzionali ed ecclesiastiche ritengo in questo caso il voto un diritto e una scelta non un dovere”.
“Vado in particolare a votare pensando al referendum che ci attende ad ottobre. Voglio riservare alla mia debole voce tutta la forza di chi crede nella partecipazione democratica. Solo chi vota oggi potrà domani invitare i suoi concittadini a recarsi alle urne per dire il proprio Sì o anche il proprio No al rinnovamento della nostra Carta fondamentale resistendo alla tentazione di tenersi fuori in un momento tanto importante per la Repubblica. Non riesco neppure a immaginare che qualcuno possa accontentarsi di raggiungere un risultato ancorchè pienamente legale disinteressandosi del fatto che la nostra nuova Carta non abbia alla sua origine una partecipazione corale, dopo aver già subito l’affronto di una aula semideserta in occasione del suo varo parlamentare”, conclude il fondatore dell’Ulivo.