2 Settembre 2011
REFERENDUM: PARISI, L’ASINELLO IN CAMPO PERCHE’ DEMOCRAZIA IN PERICOLO
Autore: Arturo Parisi
Fonte: l'Unità
L’Unita’
richiama l’attenzione dei lettori sul fatto che sul sito del comitato
referendario “compare per primo il simbolo di un partito che
ufficialmente non esiste” l’allegro Asinello scalciante de “i
Democratici”. In effetti é una notizia. Una notizia che potrebbe
tuttavia essere considerata minore visto che un sito non e’ una scheda
elettorale. Una notizia, come e’ certo per i piu’ quella che tutti i
giorni scompare sullo stesso giornale in luoghi introvabili e con
caratteri cosi’ minuscoli da renderla illeggibile che definisce
l’Unita’, “il giornale dei Democratici di Sinistra DS”, per spiegare “in
ottemperanza al decreto Bersani del luglio del 2006” perche’ possa
essere finanziato dallo Stato come giornale di partito, il giornale di
un partito che appunto “non esiste piú ufficialmente”. E potremmo
chiuderla qua per riprenderla magari in un’altra sede e in un’altro
momento. Ce ne sara’ sicuramente l’occasione.
Francesco Cundari non si accontenta tuttavia di notare
il particolare. Improvvisandosi storico, nel dar conto del presente si
permette infatti di evocare il passato per motivare una sentenza secondo
la quale “la ricomparsa dell’Asinello” “non si direbbe un segnale di
buon auspicio”. Cundari sostiene infatti che “non puo’ esserci dubbio
sul fatto che le divisioni, le accuse, e i sospetti reciproci di allora
ebbero un peso decisivo nell’avviare l’inarrestabile declino della
coalizione di centrosinistra – che Cundari non ha il coraggio di
chiamare Ulivo – e la successiva riscossa berlusconiana.”
Povero Asinello! Basterebbe questo a spiegare perche’
in tutti questi anni lo sentivamo ragliare. Basterebbe questo a
giustificare una fuoriuscita scalciante dalla stalla dove e’ da tempo
rinchiuso. Capisco che la giovane eta’ e le frequentazioni possano fare
brutti scherzi a tutti. Ma un rovesciamento della verita’ piu’ plateale
di quella improvvisata da Cundari e’ difficile da trovare.
Non ho capito bene? Sarebbe stato dunque l’Asinello ad aver sfasciato
nel ’98 l’Ulivo. O non e’ vero l’esatto contrario che e’ proprio per
protestare e ricostruire l’Ulivo che l’Asinello scese in campo? Sarebbe
stato l’Asinello ad avviare “l’inarrestabile declino della coalizione di
centrosinistra e la successiva riscossa berlusconiana”. O invece fu
proprio la proposta dell’Asinello a guidare alla riscossa la coalizione
dopo la sonora sconfitta alle regionali del 2000, raccorciando nel 2001
le distanze dal centro destra e poi portandola, prima alla vittoria in
tutte le amministrative del primo quinquennio del decennio scorso, e
successivamente alla ancorche’ risicata affermazione del 2006? E’ forse
all’Asinello che va associata “la stagione di fortissima tensione e di
grande frammentazione all’interno del centrosinistra”, e magari
l’insistenza ossessiva nelle distinizioni fino alla divisione dei Ds Dl
al Senato perfino alle elezioni del 2006? O invece e’ proprio
all’Asinello, nato col motto “uniti per unire”, che va riconosciuto il
merito di aver lavorato piu’ di tutti prima chiedendo nel congresso di
Torino ai Ds di sciogliersi assieme in un nuovo Partito Democratico, e,
poi, dopo il loro rifiuto, dando vita a quel passaggio intermedio che
l’Asinello aveva pensato come una Margherita per l’Ulivo. Non e’ quindi
all’Asinello che puo’ essere certo fatta colpa se il Pd e’ nato cosi’
tardi e, come troppi sostengono, cosi’ male. Stia tranquillo Cundari! La
ricomparsa dell’Asinello non sta a segnalare il ritorno de “i
Democratici” come partito, piu’ di quanto la sopravvivenza dell’Unita’
come “organo dei Democratici di Sinistra Ds” segnali la mancata
scomparsa dei Ds. Il problema e’ semmai per tutti che se e’
indiscutibile che “i Democratici” non esistono piu’ da molto tempo come
partito, il Pd e’ ancor oggi troppo lontano da
quel partito nuovo in
vista del quale “i Democratici” si sciolsero.
Ed e’ qui che dovremo
riprendere il discorso. Perche’ qua sta la spiegazione del fatto che
ancora un volta e’ nel momento del pericolo che l’Asinello torna in
campo. Come non riconoscere che, esattamente come nel 1998, ad essere
oggi
in discussione e’ la democrazia maggioritaria, il bipolarismo,
l’impegno per la costruzione di una stabile coalizione di
centrosinistra, la democrazia dei cittadini, e forse questa volta
addirittura la democrazia tout court?
E’ di questo che parla il
Referendum. E’ per questo che e’ tornato in campo l’Asinello. Per dire
la sua protesta e la sua speranza. La protesta contro la voluta assenza
tra i segni dei movimenti e dei partiti che si sono schierati
apertamente nella battaglia – Idv, il Pli, i Referendari di Segni, Sel, e
Unione Popolare – di un segno che ricordi le loro ragioni. La sua
speranza che siano sconfitte nel Pd le tentazioni di tornare indietro e
il centrosinistra possa riprendere unito il cammino da troppo tempo
abbandonato offrendo al Paese una alternativa al presente.
Arturo Parisi