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26 Settembre 2011

REFERENDUM: PARISI, IL 30 CONSEGNEREMO LE FIRME IN CASSAZIONE

Autore: Teresa Bartoli
Fonte: Il Mattino

«La pistola è
sul tavolo, il 30 sapremo se è
carica»: Arturo Parisi è ad Alghero dove gli sono state consegnate ben
4500
firme, «il 10 per cento degli elettori» della città. Il coordinatore
politico
della campagna referendaria è soddisfatto e non solo per i numeri:
«Abbiamo un
doppio appuntamento, con la speranza e con la democrazia».

Formigoni

evoca elezioni pur di evitarlo. Il referendum fa paura?
«Così
imparano a
scherzare con la metafora della pistola sul tavolo».

È carica?

<Lo
sapremo il 30, per ora seguiamo con ansia il
conto delle firme. Ma è sul tavolo».

Pensa
che davvero il centrodestra rischi
le urne per non perdere la Lega?

«Sono
un referendario ma innanzitutto un
italiano: se il referendum fosse servito a mettere fine a questa agonia,
sarebbe
già di per sè un successo. Se poi il trenta consegneremo le firme in
Cassazione,
avrebbe anche il merito di costringere ad una decisione che non ci
sarebbe mai
stata. Quindi è un doppio appuntamento, con la speranza e con la
democrazia».

Alfano invece promette una
nuova legge elettorale. Si fida o
teme uno sabotaggio della consultazione popolare?

«Vederli – Alfano ha detto
di parlare in nome e per conto di Berlusconi – precipitarsi con sei anni
di
ritardo a dire ”la cambiamo, la cambiamo” è già una vittoria dei
cittadini. Ma
chi ha voluto questa legge e ha messo a repentaglio la nostra democrazia
può
essere assunto a interlocutore solo se accompagnato da avvocati e
carabinieri.
Però, quel che non può la speranza può la paura e in queste orecchie che
si
aprono e lingue che si sciolgono è la forza del referendum».

E come ha
convinto Bersani e D’Alema a convertirsi al referendum?

«Perché? Si sono
convertiti? Hanno firmato? I democratici del Pd hanno firmato a
centinaia di
migliaia ma, di questi, Bersani e D’Alema non sono stati alla guida e,
al
momento, non risultato nemmeno al seguito».

Forse perché con il referendum
volete in realtà impedire l’alleanza con l’Udc e imporre un nuovo Ulivo?

«No,
l’obiettivo è cancellare il Porcellum, che nessuno difende e tutti
ritengono il
sistema peggiore possibile, sin dalla sua nascita un atto di prepotenza
contro
la democrazia imposto da una parte mentre le regole vanno fatte assieme.
E, se
il parlamento non interviene a modificarlo, il ritorno alla legge
precedente, da
molti – anche da me – considerata imperfetta ma il compromesso più
avanzato che
siamo riusciti a trovare assieme».

Per
Casini i problemi seri sono quelli
economici, mentre la legge elettorale è una perdita di tempo.

«Rispondeva ad
Alfano e sono curioso di leggere la replica del segretario del Pdl. Io
gli
ricordo ancora una volta che, senza di lui leader dell’Udc e presidente
della
Camera, il Porcellum non sarebbe stato pensato, scritto ed
approvato».

Teresa Bartoli