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22 Febbraio 2005

Radicali: Parisi, siamo in attesa di un perché

Pur convinto che in un sistema di bipolarismo compiuto i radicali se coerenti col loro radicalismo liberista e libertario non potranno che militare nel polo avverso a quello del personalismo solidale ho incoraggiato e seguito con interesse il confronto aperto dall’Unione con Pannella e i suoi. Questo nel ricordo delle indimenticabili battaglie per l’avanzamento della democrazia che ho condiviso in passato con loro e in nome della comune preoccupazione per il grave degrado presente della legalità democratica riconducibile a mio avviso senza alcun dubbio all’azione di Berlusconi e del berlusconismo soprattuttmo ma non solo per quel che riguarda la tutela del pluralismo dell’informazione.


Per questo motivo non posso non essere grato all’impegno di quanti come Marini e Fassino si son fatti carico della esplorazione relativa al “come” della ospitalità della diversità  radicale nelle coalizioni regionali promosse dall’Unione. Oggi che è il giorno di decidere sul “se” non possiamo tuttavia non riproporci il problema del “perché” dell’accordo. E’ di questo perché che dobbiamo infatti apprestarci a dar conto dentro e forse oltre la campagna elettorale delle regionali.

Non credo infatti che né noi né radicali possiamo accontentarci di ricondurlo alle sole ragioni della convenienza elettorale senza che questo comporti gravi costi sul piano della convenienza politica e della etica pubblica. Tra i tanti valori che sento comuni con i radicali sta la convinzione che neppure “Parigi può valere una Messa”.Sono i radicali convinti che il degrado della legalità democratica è riconducibile alla azione di Berlusconi e questo e solo questo è il “perché” del nostro accordo? 

Se sì lo dicano chiaramente allontanando da noi l’impressione che il mancato fidanzamento con chi è per noi il maggiore responsabile del degrado della nostra democrazia derivi non dal riconoscimento e dalla dissocazione dalla sua azione ma dall’impedimento dei suoi alleati. Questa e solo questa è la risposta che a nostro parere può decidere della conclusione positiva del confronto. Il “come” e il “quanto” intorno ai quali si è lavorato finora sono importanti ma il “se” è ancora in attesa di un “perché”.