14 Giugno 2005
Perchè meravigliarsi degli inviti di Berlusconi se i brindisi dei dirigenti Dl lo inducono a pensare di aver condiviso la stessa vittoria?
Leggo sui giornali, senza che a quest’ora sia stato smentito, che nella sede del mio partito i massimi dirigenti della Margherita hanno festeggiato con spumante il risultato del referendum. Che le sconfitte siano orfane mentre le vittorie hanno cento padri non è certo una scoperta di oggi. Figuriamoci di fronte ad una vittoria degli astenuti delle dimensioni registrate nell’ultimo referendum. Quello che non riesco a capire che cosa abbia a che fare con questa vittoria degli astenuti il partito al quale appartengo. Quello che attendo di sapere dal Presidente e dal Segretario Organizzativo del mio partito se e come la Margherita abbia contribuito a questa vittoria. Quello che attendo di sapere è se il partito brinda a nome del suo Presidente che ha proposto una scelta che doveva essere personale in un quadro ben altrimenti enfatico alla presenza di qualificati dirigenti nazionali tra i quali la relatrice della legge 40 da poco transitato nelle nostre fila proveniendo dall’Udc. Quello che attendo di capire è se il partito che brinda è il partito della maggioranza assoluta dei membri della Presidenza che, nonostante sapessero benissimo fin dall’inizio quale fosse il polso del paese, hanno deciso egualmente di testimoniare votando nel referendum le loro ragioni, o viceversa il partito dei pentiti che si accoda per opportunismo al trionfo degli astenuti.
Quello che non capisco è se il partito che brinda è un partito che intende denunciare l’abdicazione alla missione fondativa che lo chiamava non ad assemblare su basi agnostiche laicisti e clericali, ma promuovere su basi laiche quel confronto tra credenti e non credenti che è stata fin dall’inizio una delle missioni qualificanti dell’Ulivo, o se invece il partito che brinda nella stanza dell’ex segretario del ppi è un partito che si propone finalmente senza infingimenti di rappresentare nella politica le ragioni delle appartenenze confessionali.
Intanto mi si consenta di dire che il Partito che brindando al trionfo degli astenuti si siede furbescamente a cose fatte al tavolo dei vincitori è ben lontana dal progetto della Margherita per l’Ulivo che fondammo nel 2002, il progetto per il quale continuiamo a batterci. Perchè meravigliarsi se immaginando di aver condiviso la stessa vittoria Berlusconi si azzarda ad invitare il mio partito a condividere una casa comune?