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31 Ottobre 2011

PDCI: PARISI SU DILIBERTO. UNA RELAZIONE ONESTA SUL PASSATO E APERTA AL FUTURO. MA POSIZIONI CHE RICHIEDONO TUTTAVIA UN CONFRONTO RIGOROSO ED ESIGENTE

PDCI: PARISI SU DILIBERTO. UNA RELAZIONE ONESTA SUL PASSATO E APERTA
AL FUTURO. MA POSIZIONI CHE RICHIEDONO TUTTAVIA UN CONFRONTO
RIGOROSO ED ESIGENTE.

Una relazione onesta, e aperta. Onesta
nella autocritica per le responsabilita’ della sinistra radicale
nella caduta del governo Prodi, pur nella rinnovata denuncia delle
responsabilita’ della segreteria Veltroni e delle componenti di
destra della coalizione.

Anche senza abdicare ad un suo progetto
di societa’, in se’ incompatibile con la partecipazione piena alla
coalizione, la proposta del PdCI resta aperta ad un patto su alcuni
precisi punti programmatici, nel quadro di un accordo di legislatura
ad un governo di centrosinistra e, dentro le primarie, al candidato
interno alla coalizione piu’ prossimo alla propria visione. 

Pur
nei limiti della sua vicenda di partito il congresso del Pdci ci
ricorda tuttavia soprattutto che, difronte alla profondita’ della
crisi globale, la scelta alternativa alla situazione presente torna a
proporsi come una scelta antica tra riforme e rivoluzione. Senza la
memoria del tempo nel quale questa fu appunto la alternativa, e
senza la consapevolezza che questa sfida puo’ tornare purtroppo
attuale il cosiddetto riformismo rischia di essere una parolaleggera
priva di significato. Solo guardando in faccia la passione, la tentazione,
e l’illusione rivoluzionaria, il riformismo puo’ trovare la sua
verita’ e la sua forza.

Anche se, a chi la identificasse con uno specifico
partito, la tensione rivoluzionaria appare ora minoritaria, non e’
male prepararsi alla eventualita’ che essa possa attraversare in futuro
tutto il campo del centrosinistra nel suo insieme. E’ anche per questo
che tra le due linee bisogna favorire il confronto per mettere alla
prova la verita’ e lo spessore di entrambe, difendere al suo interno
la linea riformatrice, e darle forza, grazie alla scelta diretta
dei cittadini. Questa e’ la prova alla quale siamo chiamati anche
per verificare, dopo venti anni dal Congresso di Rimini scelte e passaggi
purtroppo frettolosi. Anche questo ci ricorda la relazione di Diliberto
al 6° congresso del PdCI. Che piaccia oppure no. Chi, in nome della
autosufficienza e della separazione consensuale, si e’ illuso di risolvere
il problema scacciando dalla politica le voci dissonanti, rischia
di ritrovarle nella piazza telematica e in quella fisica costrette a
parlare con una voce aspra e stonata, se non addirittura con
accenti estranei alla politica e alla democrazia.