25 Novembre 2013
PARISI, “VOTERÒ RENZI, CUPERLO È IL PASSATO” Intervista a Monica Tiezzi, La Gazzetta di Parma
Fondatore con Prodi dell’Ulivo nel 1995, e dell'”Asinello” nel 1999, Ministro della Difesa dal 2006 al 2008, perdente contro Franceschini nel 2009 per la Segreteria Pd, Arturo Parisi dice di sentirsi “quasi a casa a Parma, città che frequento da 45 anni”, da quando all’inizio degli anni Settanta, insegnava Diritto Ecclesiastico nella nostra Università. Arriva all’incontro per la presentazione del libro di Albertina Soliani un pò trafelato, e spiega di essere in giro per la città già da un paio di ore. Infreddolito, ma simpatico e disponibile.
Professor Parisi, andrà a votare alle Primarie del Pd, l’8 dicembre?
“Primarie” è una parola da cui difendersi. Chiamiamole con il loro nome: è l’elezione del segretario Pd.
Come vuole, lei ci sarà?
Sì. Arrabbiato con il Partito Democratico, nella cui assemblea nazionale (non la chiama “convention”, ndr) che si sta tenendo oggi a Roma non mi riconosco, ma andrò a votare. Diciamo che metto la mia rabbia al servizio del partito, vorrei che l’aiutasse a crescere. Dobbiamo salutare con soddisfazione l’opportunità che viene data ai cittadini di partecipare a decisioni cruciali. Finalmente possiamo dire la nostra, ed è diventato ancora più urgente da quando abbiamo un governo che non ha alle spalle nè un voto generale, nè un voto di partito.
Romano Prodi ha scelto di non votare.
Non mi sorprende. E un segno di distanza dai democratici. Ma in questo momento il suo impegno politico è più orientato al mondo.
Lei chi voterà?
Da un lato abbiamo i “veci dei bocia” Renzi e Civati, dall’altro un “bocia dei veci”. Il confronto passa da lì…Pur non potendo definirmi renziano, io ho votato Renzi l’anno scorso e lo rivoterò l’8 dicembre. E questo nonostante Cuperlo sia psicologicamente più vicino al mio modo di sentire, e della mia stessa generazione politica. Ma in questo momento è evidente quali sono le alternative in campo: da una parte una proposta che guarda soprattutto al futuro, dall’altra una che guarda soprattutto al passato. Scelgo Renzi: è determinato, deciso e spregiudicato quanto basta.
Intanto l’altro schieramento politico si è spaccato. Crede che possa nascere un centrodestra con il quale il Pd possa dialogare meglio di quanto è avvenuto finora con Berlusconi leader?
Era nell’ordine delle cose che un partito “fondato” e solo figlio di un “io” andasse incontro a questo destino. Ma in questo momento mi è più chiaro che cosa finisce di quello che inizia.