Roma. Una grande fetta dell’isola sotto il controllo militare.Trentacinquemila ettari di territorio sardo circondati da filo spinato, offlimits, come in nessun’altra regione italiana. Troppi in uno dei pezzi del paese a più alta vocazione turistica, come va ripetendo da due anni nella sua battaglia solitaria il governatore Renato Soru.
In quelle aree della Sardegna, un recente studio sanitario della Regione ha registrato un incremento senza precedenti di patologie tumorali.
Così, a pochi giorni dal suo insediamento al Ministero della Difesa, Arturo Parisi (eletto da capolista dell’Ulivo proprio in Sardegna) ha annunciato di voler affrontare subito il caso.
Che riguarda le Forze Armate ma che inevitabilmente porterà a riaccendere i riflettori sulla base Nato della Maddalena, con i suoi sommergibili nucleari, le navi appoggio, i tremila militari americani della US Navy e la base di supporto di Santo Stefano.
Proprio quelle strutture statunitensi delle quali, il 23 novembre scorso, il capo del Pentagono Donald Rumsfeld aveva annunciato lo smantellamento e il trasferimento in altre aree “strategiche” del Mediterraneo. Ma in tempi non meglio precisati. Solo un indiscrezione (non confermata) ha fissato la scadenza di un anno, dunque entro la fine del 2006.
Intanto, Parisi affronta il nodo che dipende dal suo dicastero, ovvero quello legato alle servitù militari italiane, ritenuto di prioritaria importanza. Ha avviato subito i contatti con il presidente della Regione Soru, col quale si incontrerà “a breve per affrontare congiuntamente le questioni di comune interesse», e ha spiegato: “Nel corso della campagna elettorale mi sono impegnato a fare in modo che
Poi, Capo Frasca, sotto il controllo dell’Aeronautica, una zona del tutto interdetta al volo e alla navigazione perché destinata a combattimenti dei velivoli schierati nella base aerea di Decimomannu. Se la concentrazione di strutture militari soprattutto poligoni è tanto elevata è perché il territorio a bassa densità abitativa consente lo svolgimento di attività in condizioni di sicurezza. Oltre ai poligoni, installazioni usate dai reparti speciali per addestramenti e la base della Polizia ad Ahbbasanta (Oristano), che ospita la scuola per le teste di cuoio.
Ma non è stato solo il vincolo militare sul territorio ad accendere negli ultimi anni la protesta dei cittadini e di gruppi organizzati in Sardegna.. Le preoccupazioni di carattere sanitario hanno trovato una prima conferma nel “Rapporto’” pubblicato il 21 aprile scorso dall’assessorato regionalc della Sanità “sullo Stato di salute delle popolazioni residenti in aree interessate da poli industriali, minerari e militari”. Lo studio parla di “ eccessi significativi di morti e ricoveri per linfoma alla Maddalena”, una patologia che “risulta in eccesso del 178 per cento rispetto alla media regionale”.
Mentre nell’area di Salto di Quirra “nel 1997-200l le morti per meloma sono aumentate per entrambi i sessi e superano la media i ricoveri per tumori linfatici”, anche se il ministero della Difesa ha sempre negato l’uso di armi all’uranio impoverito. A Teulada i ricoveri per linfoma e cancro polmonare risultano al di sopra della media, ma qui le stesse autorità militari hanno ammesso che nel poligono sono state impiegate armi che rilasciano amianto e gas dannosi per la salute. In ogni caso, per il nuovo ministro ce n’è abbastanza per affrontare il problema .