15 Luglio 2004
Parisi: questa è la nostra giunta
Per il leader della Margherita non c'è crisi e " ci sono tutte le condizione per il rilancio"
Autore: Luciano Nigro
Fonte: la Repubblica - Bologna
“Margherita in crisi a Bologna? Non direi: abbiamo vinto alle europee portando Vittorio Prodi a Strasburgo, alle provinciali con Beatrice Draghetti e in Comune con Sergio Cofferati. Rapporti difficili con il sindaco? Ma se anche nella formazione della giunta la Margherita è andata oltre i propri confini di partito proponendo personalità a noi vicine come Adriana Scaramuzzino e Amelia Frascaroli in perfetta sintonia con le richieste di Cofferati?”. Non ci sta, Arturo Parisi, ad una lettura delle vicende del suo partito, nella città di Prodi e culla dell’Ulivo, come di un cumulo di macerie. Non nega le polemiche tra popolari-centristi e prodiani-ulivisti, ma per il leader della Margherita, “le condizioni per un rilancio unitario del partito ci sono tutte”.
Davvero, professore? Eppure gli allarmi non mancano. I drammi di un anno fa su Cofferati, le liti per la presidenza della Provincia, la batosta elettorale, ora la faticosa trattativa per la giunta e le dimissioni di Paruolo. Che succede nel suo partito sotto le Torri?
“La Margherita è un partito democratico. E’ un partito aperto e nuovo, ma anche un nuovo partito. La sua storia recente ha visto incontrarsi componenti diverse che stanno imparando a onvivere. Se i problemi li hanno partiti vecchi come meravigliarsi se accade in una forza politica giovane? Ciò che conta è che le discussioni non tolgono nulla alla capacità di decisione di cui la Margherita ha nonostante tutto dato prova”.
Non è paradossale che il partito più ulivista porti in giunta il suo segretario?
“Lo ha portato, come altri partiti, in base all’esperienza e competenza. Ma la Margherita ha dimostrato di andare oltre i propri confini. Ha presentato persone non riconducibili ai confini di partito e ha indicato personalità come il vicesindaco”.
E’stata vostra la proposta di Scaramuzzino?
“C’è qualche dubbio in proposito? Adriana Scaramuzzino era uno dei nomi che noi abbiamo presentato al sindaco. Gli altri erano Giuseppe Paruolo e Amelia Frascaroli”.
Ora è certificato. Com’è andata?
“Cofferati aveva chiesto un vicesindaco nel quale la Margherita potesse riconoscersi, una donna che conoscesse il mondo dei deboli. La dottoressa Scaramuzzino non era impegnata nel partito perché non poteva, ma è da tempo attenta alla nostra proposta. Anche Amelia Frascaroli, comunque, avrà occasioni per collaborare con la giunta”.
Scaramuzzino è laica. Perché non avete scelto un cattolico, come accadeva da dieci anni?
“Perché siamo un partito laico, completamente laico, che rifiuta ogni pregiudizio clericale o laicista, un partito nel quale si ritrovano cittadini di fede cattolica che sono ex Dc o ex Ppi, cattolici che non sono stati né Dc né Ppi, come me, e persone provenienti da associazioni e partiti laici. L’idea che noi siamo la continuazione del Ppi è soprattutto a Bologna una caricatura priova di fondamento”.
C’è confusione tra chi vorrebbe un partito di centro e chi uno ulivista.
“Non a Bologna, nella città dove è nato l’Ulivo”.
Anche qui, nella città di Prodi, la botta elettorale è stata dura.
“Se guardiamo ai voti delle amministrative, forse. Ma io rifiuto di isolare un solo dato. Vorrei ricordare il successo di Uniti nell’Ulivo, lo splendido risultato di Beatrice Draghetti, la vittoria di Cofferati alla quale abbiamo contribuito con passione e lealtà”.
Con Cofferati i rapporti sembrano piuttosto complicati.
“Perché? L’unico punto di discussione fu sul modo in cui emerse la sua candidatura. Mai sulla persona che avevamo apprezzato anche prima e che avevamo invitato a Monteveglio. Preistoria, in ogni caso. Da quando Cofferati è diventato il candidato di tutta la coalizione ci siamo impegnati senza esitazioni per il suo successo. Perché la Margherita di Bologna resta fedele all’ispirazione unitaria di fondo”.
E il veto del sindaco sul doppio incarico?
“Questa è una regola che ci siamo dati da soli. E’ dalla nascita che seguiamo l’idea di non accumulare incarichi. Basti pensare a Vittorio Prodi, che eletto a Strasburgo, ha compiuto una scelta e lasciato il Comune. Inoltre non solo non abbiamo presentato un nome secco, ma anche condiviso con Cofferati la ricerca di nuove risorse per far crescere la coalizione”.
E adesso vi ritrovate di nuovo senza una guida.
“Convocheremo un congresso che scelga il successore di Paruolo. Spero in un confronto aperto con più candidature”.
E ricomincerà la zuffa interna?
“Perché zuffa? E’ democrazia. E’ paradossale che la Margherita sia accusata della sua libertà e non le sia invece riconosciuta la sua generosità: quella di un partito che si è messo a rischio per l’unità della coalizione e per il governo della città”.