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19 Maggio 2013

PARISI: ORA PD PER MATTARELLUM? NON MI FIDO.VIOLANTE, BERSANI, FINOCCHIARO SEMPRE CONTRO, COS’E’ CAMBIATO? Mara Montanari, Adnkronos

Lo scorso anno, lei si fece promotore di un referendum per
il ritorno al Mattarellum. Iniziativa dalla quale il Pd si
tenne fuori. Ora Anna Finocchiaro si appresta a presentare
un ddl per il ritorno al Mattarrellum. E’ una rinvincita
per lei?

Mi basterebbe che spiegassero perchè l’anno scorso hanno
remato contro la proposta che dicono ora di aver fatto
propria, e perchè ora hanno cambiato opinione. Non lo dico
per dispetto, ma per rispetto verso di loro.

2) Se non ho capito male, lei dubita che dietro questa
ultima iniziativa ci sia un vero mutamento di linea?

Esatto. Sono infatti profondamente convinto che se il
vertice dirigente del partito nel 1993 si oppose ad una
legge elettorale compiutamente maggioritaria, nel 199
boicottò nei fatti il referendum per l’abolizione della
quota proporzionale, nel 2005 non contrastò adeguatamente
il Porcellum, è perchè non ha mai veramente accettato il
passaggio ad una democrazia competitiva, bipolare, fondata
sul principio di alternabilità, e sulla investitura diretta
dei governi da parte dei cittadini. All’opposto ha sempre
lavorato per un ritorno ad un sistema di impianto
parlamentare fondato sulla delega ai partiti e quindi su
una legge elettorale sostanzialmente proporzionale.

3) Sono quindi questi i veri motivi per i quali il Pd non
aveva condiviso in passato il ritorno al Mattarellum?

Di certo è il motivo per il quale Violante, che al tavolo
delle riforme, più che Bersani rappresentava  D’Alema,  ha
sempre resistito al ritorno al Mattarellum. Lo stesso
motivo per il quale il vertice del partito non ha mai
neppure preso il considerazione la proposta di legge
sottoscritta da più di 200 parlamentari che presentammo
alla apertura della scorsa legislatura. E’ per questo che,
su proposta di Bersani, la Direzione del Pd bocciò, come al
solito quasi all’unanimità la nostra successiva iniziativa
referendaria. E’ per questo che nessuno dei dirigenti del
Partito da Bersani a Letta, da D’Alema alla Finocchiaro, ha
mai firmato nè la proposta di legge nè il referendum per il
ritorno al Mattarellum. E’ per questo che, a dispetto del
fiume di firme raccolte, dopo aver intensamente auspicato e
salutato con sollievo la bocciatura della Corte, hanno
infine lasciato che il tempo utile per la bocciatura del
Porcellum si consumasse invano. Difronte alla nuova
proposta non posso quindi non chiedere: hanno cambiato
linea? Solo in questo caso riconoscerei nella loro
iniziativa una rivincita. Non certo mia, dei cittadini.

4) Lei cercò di usare il referendum come un ‘grimaldello’
nei confronti di un Parlamento che non riuscira a fare la
riforma elettorale. Stavolta il parlamento ci riuscirà,
secondo lei?

Mi consenta di diffidarne. Chi legge attentamente il
rapporto sulle Istituzioni consegnato dai cosiddetti saggi
al Presidente della Repubblica, non può che trarne motivi
di seria preoccupazione. E altrettanti motivi di
preoccupazione deve trarne quando nelle dichiarazioni del
governo e dei vertici di partito ritrova irrisolti gli
stessi nodi del recente passato. Il dibattito sulla natura
e il profilo della convenzione, le date di scadenza ogni
giorno diverse e tuttavia tutte guidate da una stessa
intenzione dilatoria, il gioco a rimpiattino tra le
modifiche della costituzione e quella della legge
elettorale. Esattamente come un anno fa. Quando si rinviò
la legge elettorale con la scusa che si dovevano fare prima
ben altre riforme, salvo mandare a monte le riforme per far
finta di fare la legge elettorale. Se, pur coi legittimi
dubbi, l’anno scorso la Corte avesse ascoltato i 110
ordinari di diritto costituzionale delle nostre Università
che l’invitavano ad ammettere il referendum, la situazione
sarebbe oggi totalmente diversa. Esattamente un anno fa, in
una domenica di maggio, i cittadini avrebbero fatto quello
che i partiti di loro inziativa non faranno mai. E ho idea
che il teatrino dei rinvii e delle rassicurazioni è
destinato a continuare all’infinito se tra i cittadini non
si leva di nuovo un forte movimento di protesta. Credo che
sia arrivato il momento di gridare: adesso, basta!