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25 Novembre 2015

PARISI: “NON TOCCATE LE PRIMARIE”
Intervista a Marianna Rizzini, Il Foglio p.1 e p.4

p.1 Parisi spiega l’errore di trasformare i gazebo nella conferma pubblica di una decisione già presa in privato

p.4 Parisi, ideologo delle primarie, spiega cosa perde Renzi se svilisce le primarie

Viene riportata di seguito l’intervista originale con l’autrice poi utilizzata come base del su citato articolo pubblicato da Il Foglio

 

Le primarie, come strumento, non sembrano passarsela tanto bene. Dovevano essere il simbolo della nuova politica, ma sembra che a ogni primaria salti fuori un nuovo problema. Una volta non si capisce la data, una volta ci sono le truppe cammellate, una volta non c’è il candidato adatto, una volta diventato terreno di scontro di correnti peggio che in passato quando non c’erano. Come se ne esce Shangri-La download?

“Solamente scegliendole. Scegliendone definitivamente. Non basta dire che si fanno perchè sono nello Statuto. E neppure che a questo punto dobbiamo farcene una ragione. No. Bisogna riscoprire la ragione che è alla loro base e farla nostra. E prima ancora riconoscere che undici anni fa le primarie sono state strappate, e non invece cadute dall’Ulivo come un frutto maturo 쇼미더머니 777 음원 다운로드. Strappate dagli ulivisti con la guida di Prodi al tavolo dei capipartito. Strappate a nome di cittadini che, seguendo sugli schermi la sera lo svolgimento della democrazia americana, si chiedevano da anni perchè anche noi non potessimo fare lo stesso. Poi infine iscritte negli statuti di un partito omonimo di quello americano. Ma pur sempre strappate. Perchè dietro tutte le trappole che lei ha citato sta solo questo 특전 유보트 다운로드. La impossibilità di non farle e, ogni volta, la ricerca del modo in cui rimangiarsele. La tentazione di trasformarle al massimo nella conferma pubblica di una decisione già presa in privato. Nel rinvio delle date fino al limite estremo, nelle regole ogni volta mutate, nei seggi aperti alle primarie ad elettori che non voteranno mai alla secondarie, nella ricerca del candidato unitario circondato da figuranti contenti solo di fare per un momento la loro figura Inuyasha Mobile.

Non vede come la vecchia logica della democrazia cooptativa sopravvive nel linguaggio dietro le parole della democrazia competitiva? Che sia il turno di Bassolino o di altri conta poco. Si è “auto-candidato”, dicono. Non è “il candidato del partito”, “il candidato ufficiale”. “Il”, “il”? Microsoft Windows 10 download. In un mondo ossessionato un tempo dal “noi” e dal plurale, per un momento sono troppi a gareggiare a chi usa il singolare. Quelli che le primarie le subirono soffrendone in silenzio consapevoli che con esse anche in politica entrava la trasparenza della competizione, e assieme ad essa, la necessità di assumere alzando in prima persona la mano – la propria mano – la responsabilità di una proposta. Quelli che non soffrono mai perchè tanto pensano che non c’è regola che opportunamente manipolata possa impedirgli di vincere – neppure il sorteggio – e si precipitarono perciò a proporle a parole come la loro bandiera full song of Zannabi.

E qua e là purtroppo anche molti che senza le primarie mai avrebbero superato nel loro volo il muro del suono, e invece sono tentati di scalare di marcia anche a rischio di schiantarsi per la perdita di velocità.”

Non è meglio allora eliminarle, se comunque poi a decidere dev’essere il segretario e se si arriva a pensare di vietarla agli ex sindaci?

“Ma certo! Anche a me spazientito mi è capitato in passato di dirlo. Ma poi chi ci va a dirlo ai cittadini? Per di più a nome di un partito che ha affidato e affida sempre più la sua identità a quel D che sembra alludere a nient’altro che alla battaglia per la difesa e l’espansione della Democrazia Deluxe Bible Download. E poi come potrebbe un Segretario eletto con le primarie etc. etc.? Continui lei. Ma lei se lo immagina appena due anni fa se qualcuno avesse accusato Renzi di essersi “auto-candidato” o di non essere “il candidato ufficiale”. Ecco perchè escludo che l’ambizione della rivoluzione renziana possa confondere la rottamazione dei politici, in gran parte alle nostre spalle, con quella della politica che è ancora al suo inizio.La verità è che una volta finito il tempo delle ideologie, delle storie gloriose dei martiri, delle investiture esterne, le primarie, null’altro che una proiezione del metodo democratico che vale all’esterno nella vita interna, rappresentano l’unico principio d’ordine e di legittimazione che può difenderci dal caos e dare alla proposta politica un fondamento RoboLab.
Fuori di questo, un partito può affidarsi solo ad un padrone o al carisma, ambedue destinati a durare per il tempo in cui durano i soldi, la forza, o la grazia, e, prima ancora, la vita di chi ne è investito. Ripeto non vedo altra via che scoprire la loro ragione e difenderla con le unghie ed i denti. Esattamente come per la democrazia, l’unico metodo finora inventato per poter cambiare i politici senza doverli ammazzare Trot free download. Ma lei se lo immagina se alla vigilia di ogni scadenza di voto si dovesse dar vita a questo spettacolino. Le ripeto le stesse domande che leggo ora per le primarie. “Votiamo oppure chiediamo che qualcuno ci mandi un bel commissario”. E poi: “quando?” “come?” E infine. “Te la raccomando la tua democrazia se dovesse regalarci un altro sindaco come quello passato”.”

Renzi ieri ha detto: moratoria e poi primarie day il 20 marzo Don't mp3. Secondo lei è anche una questione di date?

“Stando le cose dove erano finite ieri, penso che il rinvio a gennaio sia stata una scelta saggia. Purchè questi giorni di moratoria servano a ingranare una nuova marcia e far ripartire le primarie sulla base di una scelta rinnovata e consapevole. E allo stesso tempo per condividere con le coalizioni, che restano ancora da costruire città per città, regole procedure e percorsi che continuaimo a raccontare impropriamente come competenza esclusiva del solo Pd, dimenticando la natura specifica della competizione locale e i vincoli imposti dalla sua regolazione. Quanto alla data finale non posso che ripetermi. Troppo lontana per decisioni che fossero già prese, cioè a dire per primarie finte. Troppo vicina alle elezioni per primarie vere. Cinquanta giorni giorni dalla presentazione delle liste possono infatti essere troppo pochi per ricomporre le inevitabili ferite della competizione primaria e incanalare idee e energie per quella finale.

Poco male se anche questo turno dovesse tuttavia servire solo a radicare ulteriormente le primarie nella nostra coscienza e prassi democratica. Pur dopo undici anni dall’estate del 2004 le primarie sono infatti ancora ai primi passi. Nonostante le resistenze e la confusione che connota anche questo passaggio io so che l’affermazione di un istituto rivoluzionario richiede del tempo. Fino a quando le primarie non avranno coinvolto il centrodestra il loro cammino non potrà dirsi concluso. Quello che conta è che il cammino continui, e soprattutto continui in avanti e non indietro.”