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17 Giugno 2015

PARISI: “MATTEO NON PUO’ VOLERLE ABOLIRE, LUI E’ IL TESTIMONE VIVENTE DELLA LORO UTILITA'”
Intervista a Sebastiano Messina, La Repubblica

ROMA. “Ma davvero Renzi non ha smentito? Possiamo controllare?”. Sono le quattro del pomeriggio e Arturo Parisi, che è stato il principale teorico delle primarie, ancora non riesce a credere che Renzi abbia detto sul serio di volerle abolire, nella scelta dei candidati del Pd. No, Renzi non ha smentito.

Ha detto sul serio che se dipendesse da lui, la stagione delle primarie sarebbe finita. E’ sorpreso, professor Parisi?
“Non riesco a crederci. Un cambiamento di linea di questo rilievo… Dopo il tempo del Renzi “cambiaverso” non riesco ad arrendermi all’idea di un Renzi che “ricambiaverso”. E poi perché? Per un turno parziale di amministrative. Spero proprio che ci ripensi. Da Renzi me lo aspetto”.

Perché?
“Perché Renzi è il testimone vivente dell’utilità delle primarie. Sono lo strumento grazie al quale lui ha potuto alzare la mano e dire “io”. E’ grazie alle primarie che lui è riuscito a diventare sindaco di Firenze, segretario del Pd e presidente del Consiglio”.

Quindi, secondo lei, è l’ultima persona che dovrebbe volerne l’abolizione?
“Se lo facesse davvero, sarebbe un ripensamento totale dell’idea stessa del Partito democratico, quella in nome della quale è sceso in campo. Il partito sarebbe snaturato e perderebbe uno degli elementi della sua novità, della sua originalità. Ma c’è anche un altro motivo che mi spinge a sperare in una correzione di rotta”.

E qual è?
“Ecco, quando stava per essere approvato l’Italicum io dissi pubblicamente che quella riforma rischiava di diventare un pasticcio tra un’allodola e un cavallo, con quel mix tra nominati e preferenze. Nel quale non si sa se siano peggio i primi o le seconde. Aggiunsi che era necessario, per evitarlo, regolamentare per legge le primarie, magari con un provvedimento distinto. E ricordo che Renzi, privatamente, aprì a quella proposta”.

Evidentemente il presidente del Consiglio pensa che domenica le cose sarebbero andate diversamente, se alcuni candidati sindaco non fossero stati scelti con le primarie.
“Fortunatamente non c’è nessun sistema che garantisca ad una parte la vittoria, se non il consenso dei cittadini. Nessuno crede che esista un metodo dei “pochi ma buoni” contrapposto a quello dei “molti ma cattivi”. E il partito delle tessere e dei caminetti, al quale si tornerebbe rinunciando alle primarie, non è certo quello dei “pochi ma buoni”. E’ un sistema che abbiamo già conosciuto”.

Quindi le ragioni delle sconfitte, secondo lei, non vanno cercate nel metodo della scelta dei candidati?
“Le primarie non sono la causa delle difficoltà, ma lo strumento per superarle. Sono uno strumento che consente di ricominciare ogni volta dai cittadini, non più dagli ottimati. Certo, bisogna farle bene”.

Già. E invece in alcune regioni, dalla Liguria alla Campania, sono diventate uno spettacolo sconcertante. Quali regole andrebbero fissate, per farle funzionare bene?
“Ci vorrebbe una legge, innanzitutto. Fissando tre regole fondamentali. Primo, ha il diritto di parteciparvi solo chi ha il diritto di votare alle elezioni…”.

Così eviteremmo quelle code sospette ai gazebo di cinesi, romeni e senegalesi. Seconda regola?
“Vanno tenute con un forte anticipo sulle elezioni: in modo che vengano fatte bene, e poi dimenticate: perché non sono un pranzo di gala. Infine la regola numero tre: devono essere tenute in luoghi pubblici, non all’interno di strutture sospettabili di parzialità”.

Professore, lei  –  che già era stato il consigliere politico di Romano Prodi  –  è stato un sostenitore di Renzi sin da quando era solo il sindaco rottamatore. Se n’è pentito?
“Assolutamente no. Il Paese aveva bisogno di quella rottamazione. E la leadership di Renzi può piacere o non piacere, ma che lui abbia introdotto elementi di grande novità è indiscutibile. Io non sono un entusiasta sostenitore di nessuno dei provvedimenti del governo, ma guai se si fermasse questo processo: si rischierebbe un aborto. Renzi però non deve dimenticare che ha potuto fare tutto questo grazie anche al voto dei cittadini. Grazie alle primarie. Perciò credo che le sue dichiarazioni di oggi non siano state adeguatamente meditate. E continuo a sperare in un ripensamento”.