I
Leghisti debbono sapere che e’ il rispetto che da uomini
dobbiamo ad
ognuno di essi a imporci da cittadini di
chiedere loro conto delle
loro parole. Pur consapevoli che
da troppo tempo le parole hanno perso
per troppi ogni peso
non ci e’ possibile per troppo tempo far finta di
non aver
sentito. Non e’ possibile abituarsi al fatto che segga in
Parlamento un Partito che abbia come fine dichiarato
l’Indipendenza
della Padania, e attraverso il suo
riconoscimento internazionale,
persegua la rottura
dell’unita’ del Paese. Non e’ possibile abituarsi
al fatto
che segga nel Governo, per di piu’ con l’incarico delle
Riforme Istituzionali, un Ministro che, giurando
solennemente
fedelta’ alla Repubblica e alla Costituzione,
si e’ “impegnato ad
esercitare le sue funzioni
nell’interesse esclusivo della nazione”, e
che tuttavia non
perde occasione per irridere ai simboli piu’ sacri
della’ Unita’ nazionale, accompagnandole con ripetute e costanti
dichiarazioni che, per il loro tenore e contenuto, sono
assolutamente
incompatibili col giuramento da lui prestato
come Ministro della
Repubblica. L’appassionato appello in
difesa della Patria comune
pubblicato sui quotidiani da un
gruppo di italiani non puo’ percio’
non interpellare ogni
cittadino. Cosi’ come ho chiesto alla vigilia
delle
primarie ai candidati alla segreteria del Pd, esso mi da
occasione di ripetere che i democratici debbano lasciare ai
leghisti
la scelta. Se la Patria dei leghisti e’ la stessa
alla quale abbiamo
giurato assieme fedelta’, diano seguito
al comune sentimento nelle
parole e nei fatti. Se i
Leghisti continueranno a considerare nemica
l’Italia e la
Repubblica, non potranno che averci avversari
irriducibili.