“Non mi sembra che il problema sia quello di eccedere in primarie. Si ricorra ad un election day ma si facciano”
Così il padre delle primarie Arturo Parisi interviene sul rinvio del Congresso Pd. L’ex Ministro, prodiano della prima ora “Fino a quando non si fanno come si fa a sapere se ci sono altre candidature?”
In questi giorni in Emilia-Romagna c’è stata una vera e propria sollevazione dei volontari dei circoli contro “lo stress” da primarie e per questo si è addrittura richiesto il rinvio del congresso regionale. I volontari dicono che se ne fanno troppe e che si rischia di snaturare lo strumento. Che ne pensa lei che delle primarie ne è stato il padre?
Innanzitutto – spiega l’ex Ministro Arturo Parisi – ai volontari dobbiamo essere tutti grati. Senza la loro passione politica e la loro generosità personale quella rivoluzione che chiamiamo primarie non sarebbe stata mai possibile. Prima di ridurre questo lavoro prezioso mi chiederei perciò se non sia meglio aumentare i lavoratori.
Non è semplice avere più volontari. Cos’altro si può fare?
Si può razionalizzare il lavoro. Perchè non cominciare a pensare ad esempio ad un “Primary election day” che unisca in un solo giorno dell’anno, o in due giorni prefissati tutte le forme di consultazioni di massa, da quelle di tipo tematico e referendario, a quelle per le cariche? E’ bene che le primarie siano accettate finalmente come un evento ordinario.
Fino a poche ore fa si è rischiato di fare le primarie per il segretario regionale Pd con un solo candidato. Non è un pò troppo?
Vedo che prima che sul come farle continuiamo a logorarci ancora troppo a lungo sul se farle. Son passati dieci anni da quando nel 2004 con Prodi fu aperta la sfida. Leggo invece ancora di casi nei quali si dice che “tutti sono d’accordo su candidare pinco”, magari aggiungendo per prudenza un “a meno che non ci sia qualche altro candidato vero”. Tutti chi? E come si fa a sapere se c’è qualche altro candidato se le primarie non vengono indette?
Secondo lei per cosa dovrebbero essere utilizzate le primarie? Secondo gli ultimi orientamenti almeno a Bologna sono state fatte per ogni carica di partito, per ogni carica monocratica amministrativa e alle ultime elezioni politiche sono state fatte anche per scegliere i parlamentari e aggirare così i problemi del Porcellum.
Per ora continuerei così. Non mi sembra che in questo momento il pericolo sia quello di eccedere. (Quando sento questi allarmi prima vorrei assicurarmi che non vengano da persone che alle primarie si sono finora variamente opposti, magari con argomenti legittimi, ma opposti, o, peggio, da persone che magari le hanno vinte e una volta passati, sono presi dalla tentazione di chiudere la porta alle loro spalle.)*
Come giudica il tentativo di Matteo Renzi sulla legge elettorale e le dinamiche interne al suo partito?
Con simpatia e con speranza. Ho detto che alle primarie avrei votato, e come due anni fa avrei votato Renzi, non perchè renziano ma pensando agli effetti che la sua vittoria avrebbe prodotto. Non me ne sono ancora pentito.
Come sono i suoi rapporti attuali con il partito che ha contribuito a fondare? Quali sono i suoi progetti futuri?
Posso solo dirle che ho votato Pd, e, come si risponde agli intervistatori, “se domani ci fossero le elezioni voterei ancora Pd”. Non è molto. Non è poco. Per tutta la mia vita ho fatto politica da cittadino. Dopo 13 anni in Parlamento sono tornato cittadino. Una posizione dalla quale non ci si può dimettere o mettersi in pensione.
Con una vittoria netta del centrosinistra e Renzi premier Prodi potrebbe tornare in lizza per il Quirinale secondo lei?
Quante condizioni. Forse conviene chiedere anche a lui se ne ha voglia.
*(Il testo tra parentesi è stato omesso nella versione stampata)