Non conosco Giuseppe D’Avanzo. Posso solo dire che il
ragionamento congetturale che oggi illustra ai lettori mescola assieme a
qualche elemento di verità peraltro già noto una dose di veleno decisamente
superiore a quello previsto nelle ricette che governano questo genere
giornalistico. Per amore della verità e rispetto dei cittadini e dei lettori
di Repubblica, non posso far finta di non aver letto.
Sento perciò il
dovere istituzionale e morale di contestare quel che riguarda il mio ambito
di responsabilità come Ministro. In particolare debbo chiedere a D’Avanzo
di dar conto delle sue affermazioni quando, denuncia la supposta intenzione
del governo attualmente in carica, “di tutelare, anche nella nuova stagione
politica, il passato, i traffici e la fortuna dei protagonisti del network”
oggetto del suo articolo. Ritengo infatti privo di ogni fondamento
sostenere che “l’ammiraglio Bruno Branciforte va al Sismi senza alcuna
delega in bianco o margini operativi e decisionali. Viene consegnato ad un
imbarazzato stato di impotenza.
In sei mesi, per vincoli politici”, – ripeto,
per vincoli politici – “non ha avuto la possibilità di rimuovere nemmeno un
dirigente” mentre “agli uomini più fidati del generale uscente è stato
consigliato di fare un accorto passo laterale diventando gli uomini forti e
ascoltati del Ministero della Difesa.” Ripeto “diventando gli uomini forti e
ascoltati del Ministero della Difesa”. Di fronte a queste affermazioni così
gravi come non chniedere a D’Avanzo pubblico conto delle sue parole. Quanto
infine all’ampliamento dei margini di manovra dei “vecchi” che, per quel che
riguarda la Difesa, troverebbe prova nel fatto che un fidatissimo braccio
destro del Generale Pollari è ora “addirittura al Personale” della Difesa”
mi limito a ripetere quel che ebbi già modo di spiegare nello scorso marzo
al Comitato di Controllo sui servizi segreti, cioè che il supposto
ampliamento di potere denunciato da D’Avanzo corrisponde ad un trasferimento
che chiama il trasferito “addirittura” ad interessarsi del reclutamento dei
volontari a ferma breve delle Forze Armate alle dipendenze del Direttore
Generale e sotto la responsabilità di un Capo reparto.