25 Maggio 2013
PARISI: BASTA PAROLE, QUI LA RABBIA CRESCE. INSOPPORTABILE DISSOCIAZIONE TRA PROMESSE E FATTI, SOLO 1 ANNO FA PD E PDL SI ERANO RIDATI IL FINANZIAMENTO. Barbara Jerkov, Il Messaggero
Il governo si sta muovendo sulla riforma del finanziamento dei partiti. E’ possibile l’abolizione tout court, come ha annunciato nel suo programma lo stesso Letta?
Possibile, e a questo punto comunque urgente. Quello che non è assolutamente accettabile è invece la totale dissociazione tra parole e fatti, tra promesse e risultati, che i partiti vanno seguendo ormai da tempo.
Non vede l’esplosione di rabbia che cresce tra i cittadini? Se si è finiti a discutere sui prezzi della bouvette di Montecitorio, se, nonostante le correzioni, la diffidenza e l’insofferenza cresce lo stesso è certo per l’aggravarsi delle condizioni di vita, ma soprattutto perchè i cittadini si sentono presi in giro.
Per essere credibile, prima di avanzare nuove proposte, il governo deve spiegare perchè quello che viene proposto ora non è stato fatto in passato. Non possiamo dimenticare che quelli che dal governo e dal parlamento sembrano oggi accalorarsi in promesse di cambiamento sono le stesse persone che appena l’anno scorso hanno sostenuto e fatto esattamente l’opposto. Pensano che la gente se lo sia dimenticato?
A che cosa si riferisce?
Al fatto che con la scusa che altrimenti la politica sarebbe finita nelle mani dei ricchi, i partiti dei ricchi e quelli dei poveri, hanno trasformato in diritto la loro pretesa di prelevare dalle tasche dei cittadini le risorse che i cittadini gli avevano esplicitamente negato.
Perchè questo è quello che è successo. Ed è successo neppure un anno fa. Con la scusa di ridurre gli scandalosi e finti rimborsi che nei fatti coprivano fino a quel momento quel finanziamento che il referendum aveva abrogato, dopo venti anni è stato introdotto in modo formale, esplicito, diciamo pure sfrontato, il finanziamento fino ad allora solo aggirato. E, approfittando della tregua consentita dalla nuova maggioranza che sosteneva il governo Monti, il finanziamento è stato introdotto d’amore e d’accordo sulla base di un patto tra Pd e Pdl. Lo dico ricordando l’isolamento nel quale votai contro quel provvedimento con altri due o tre deputati, oltre che con i Radicali e i partiti allora all’opposizione.
Cosa è cambiato da allora? Sono forse cambiate le motivazioni che Bressa e Calderisi esposero con calore e convinzione a nome dei Pd e Pdl? Non credo. Certamente non nel caso del Pd, il partito del Premier. Come sarebbe possibile proporre infatti al Senato con Finocchiaro e Zanda una legge che condizioni il finanziamento al riconoscimento dei partiti, e allo stesso tempo chiedere l’abrogazione del finanziamento?
Qual è a suo giudizio la strada da seguire?
Ripeto, se non hanno cambiato idea provino a difendere le loro ragioni. Se hanno cambiato spieghino in che cosa e il perchè? Ma soprattutto se, come ha scritto Letta su twitter, dicono abrogazione della legge sia abrogazione, se abolizione del finanziamento, come ha detto Mauro, sia abolizione, o se, come ho letto sulle agenzie pensano a una “riforma del finanziamento con la definizione di procedure rigorose in materia di trasparenza di statuti e bilanci dei partiti” dicano riforma.
E se dicono che il ddl sarà varato tra un settimana, perchè oggi son d’accordo sul se ma non sul come, ce lo annuncino fra una settimana, e si affrettino semmai ad approvarlo, piuttosto che ad annunciarlo.
Non possiamo continuare con questa classe politica che, impaurita, corre scomposta, inseguita da cani sempre più eccitati dalla sua stessa fuga.
Come assicurare la trasparenza alle spese dei partiti dopo tanti
abusi?
Di leggi ce ne sono già troppe. Sulle spese e i limiti di spesa delle campagne. Applichiamo intanto queste. E rendiamo trasparenti i dati derivanti dalla loro applicazione. Invece preferiamo annunciarne nuove leggi per costruire continuamente alibi al mancato rispetto delle leggi esistenti.
Condivide la proposta Capaldo che prevede la progressiva soppressione del
rimborso automatico e la sua sostituzione con un sistema di contribuzione
volontaria dei privati agevolata da un credito d’imposta?
Anche questa è una idea che merita di essere discussa. Fuori di discussione dovrebbe però restare che nessun euro possa andare ai partiti senza che abbiano chiesto in modo esplicito il consenso dei cittadini, e senza che sia dato ai cittadini almeno di esprimere una qualche forma di assenso come capita con le Chiese o le Onlus.