ROMA — Onorevole Parisi, il debutto del listone sul decreto per l’Iraq non stato un granché…
« Non è vero: la lista è riuscita a governare le proprie differenze con coerenza maggiore di quanto sia avvenuto all’interno dei singoli partiti. Le regole comuni funzionano, come dimostra la decisione presa sulla base della richiesta dello Sdi » .
Ma non avete organismi direttivi collegiali.
« Questo è senz’altro un obiettivo. Perciò noi abbiamo immaginato di rendere stabile la cooperazione tra i partiti della lista unitaria dandole la forma della federazione, ossia a un patto fra soggetti distinti e tuttavia determinati a camminare insieme per un progetto condiviso » .
Però nella Margherita come nei Ds c’è chi teme di veder annacquata nella lista la propria identità di partito.
« E’ vero. Come negare che in tutti i partiti la lista unitaria ha aperto un dibattito sulle prospettive future? All’interno dei singoli partiti esiste un problema di definizione della propria linea » .
E nella Margherita c’è chi teme di venir assorbito dai Ds…
« Capisco che per un partito più antico come i Ds è difficile immaginare un omicidio, ma, posso a s s i c u r a r e , nessuno faccia conto sulla fine della Margherita. La nostra Margherita sarà pure nata da poco, ma è ormai una bella bambina già cresciuta. Una bambina che si fa sentire » .
Cresciuta anche troppo per i Ds che guardano con sospetto alle iniziative solitarie di Rutelli…
« Questo mi dispiace.
So che la storia li ha abituati al protagonismo, ma oggi ognuno deve apprendere le regole della nuova stagione. Tutti possono avanzare agli altri proposte che arricchiscano il progetto comune, anche se mi rendo conto che qualche iniziativa di un singolo partito che non ha come destinatari immediati gli alleati può ingenerare degli equivoci. Equivoci soprattutto comunicativi » .
Poniamo che alla vigilia del vostro congresso Fassino vi dica: noi sciogliamo i Ds, scioglietevi anche voi e facciamo un unico soggetto politico…
« Se Fassino riuscisse ad avanzare questa proposta con la stessa determinazione con la quale la lanciai alla vigilia del congresso ds di Torino, non potrei non assumerla come prospettiva comune da perseguire insieme. La mia posizione non è cambiata da allora. Sarebbe lo svolgimento ulteriore della federazione, di quel soggetto plurale aperto a tutte le tradizioni democratiche e alle nuove progettualità.
Comunque, a parte il fatto che già la condivisione della lista unitaria rappresenta una risposta positiva a quella domanda, lei pensa che Fassino potrebbe oggi andare oltre, proponendo al suo partito di sciogliersi? E se i Ds confermano la loro determinazione a continuare nel solco della loro tradizione, potremmo noi lasciare lo svolgimento della lista unitaria e dello stesso Ulivo quasi esclusivamente nelle mani e, direi meglio, sulle spalle di un partito solo? » .
Intanto vi presentate uniti nell’Ulivo e divisi a Strasburgo.
« Noi non ci siamo arresi a questo destino. Siamo testardi e continuiamo a porci come obiettivo qualificante l’unità anche in Europa fin quando non ci riusciremo » .
Domani si apre i l congresso della Margherita.
Una delle novità è l’ufficio politico: è un modo per condizionare Rutelli?
« Il nostro è il primo congresso, ed è anche per questo che prevede un solo candidato alla principale carica che si deve eleggere. Comunque no, l’ufficio politico non vuol essere il luogo decisionale di un’oligarchia. E’ che il nostro è un partito federale e presidenziale. Il pericolo che abbiamo intravisto è quello di una sorta di federalismo feudale. Con il presidente che invece di essere principio di unità del partito svolge il suo ruolo in solitudine attraverso la comunicazione, e con una disarticolazione e differenziazione a livello regionale. E’ per evitare questo rischio che si è pensato non solo all’ufficio politico ma anche a rafforzare i luoghi della partecipazione federale » .
Nemmeno durante il tormentone iracheno lei si è mai pentito di aver dato vita a questo progetto?
« No, tutt’altro. Se non avessimo fatto la lista, oggi, in campagna elettorale, lo scontro fra i partiti sarebbe stato la nostra principale occupazione » .
Ma Prodi non è partito troppo presto? Non rischia di non essere il candidato premier alla fine della corsa?
« Cosa vuole che le dica? È una domanda legittima. Certo, tutto è possibile, non sappiamo nemmeno se tra un anno saremo ancora vivi… » .