15 Ottobre 2010
ORA IL PROBLEMA E’ COME USCIRNE
Autore: Gigi Riva
Fonte: l'Espresso
É meglio riconoscere che siamo in un guaio e ragionare
assieme su come uscirne… Arturo Parisi, Pd, già
ministro della Difesa, riconosce che, come prima cosa, bisogna dire
la verità agli italiani.
Quale verità?
«Che la situazione in Afghanistan è sempre più
difficile. Quest’anno il numero dei caduti della forza internazionale è
giá ad oggi il
massimo registrato in un anno dall’inizio della missione.
Se aggiungiamo i nostri morti civili, cioé gli afghani che
non siamo riusciti a proteggere dai talebani o, peggio ancora, quelli
uccisi da mano amica, la situazione appare disastrosa».
E conferma che questa non è mai stata una
missione di pace.
«Quando ero ministro provai inutilmente a
definirla piú corrrettamente come una “missione militare per la pace”.
Nell’accezione comune, “missione di pace” era allora come oggi troppo lontana dai
fatti. É vero che tra parole e fatti c’è sempre una distanza. Ma ho idea
che in questo caso si stia superando il livello di guardia. Bisogna
ristabilire al piú presto un principio di verità».
Poi bisogna
uscire dal guaio. Come?
«Non possiamo innanzitutto
disinteressarci della sorte dei nostri militari. Siamo noi che li
abbiamo portati lì, e noi dobbiamo farci carico della loro sicurezza».
Portandoli a
casa?
«Assumendo impegni che siamo in grado di mantenere, sapendo
tuttavia che possiamo permetterci tutto fuori che una fuga. Siamo lì
guidati da una solidarietà di alleanza. Anche in presenza di
comportamenti dell’alleato che non ci convincono abbiamo il dovere
dell’amicizia.
Che significa stargli vicino ma
anche dirgli chiaramente come la pensiamo. Se la conduzione della
missione si va invece facendo sempre
più americana é anche per
colpa nostra.».
Meglio
programmare il rientro, dunque, come hanno detto sia Frattini che La
Russa?
«Prospettare date sganciate dagli obiettivi, mi sembra
come minimo imprudente se non controproducente. Non possiamo immaginare
un rientro senza farci carico di quello che succederebbe il giorno dopo
la nostra partenza».
Nel frattempo La
Russa vorrebbe le bombe sugli aerei.
«Ho sentito che vuole
assumere questa decisione in Parlamento. Ottimo. Ma il Parlamento
discute soprattutto di fini e di obiettivi, sui mezzi per raggiungerli é
meglio che si esprimano gli esperti. Non vorrei un dibattito da bar
sport».
Armare gli aerei
significa entrare in contrasto con l’articolo 11
della
Costitituzione.
«Che ci pone dei vincoli strettissimi. Per questo
chiamiamo missione di pace ciò che altri, sullo stesso terreno,
chiamano tranquillamente guerra».
L’Afghanistan è una
guerra che si può vincere?
«Se la missione in Afghanistan è una
guerra è persa in partenza. Se è una guerra americana ancora di più».