Prof. Parisi, finalmente un appuntamento per e non contro il partito democratico. Eppure le premesse della vigilia non erano delle migliori.
Il solo fatto che autorevoli esponenti politici, che, alla caduta del Muro, all’inizio cioè della transizione italiana, militavano in tutte le formazioni del campo democratico, dal Pli al Pci, dalla Dc al Psi, si ritrovino in tanti oggi uniti per la prima volta a ragionare su come continuare uniti in un partito nuovo il cammino intrapreso undici anni fa sotto il segno dell’Ulivo è un fatto di per sè enorme, indipendemente dalle preoccupazioni della vigilia e perfino degli esiti immediati.
Da Orvieto dovrebbe prendere il via un manifesto fondativo del PD. Lei dopo aver promosso le primarie per la leadersip ha immaginato le primarie per la approvazione del manifesto. E’ l’unica strada per una democrazia partecipata?
L’unica strada è sempre quella di riiniziare dai cittadini, raccogliendo la loro domanda di partecipare personalmente e direttamente . Riiniziare ricordando che la democrazia esiste perchè esistono e sono esistiti i partiti, ma che essa può crescere solo se i partiti, e penso a quelli dell’Ulivo, riconoscono, come ci ha ricordato oggi Vassallo, che su 100 elettori solo 6 sono iscritti ad un partito, solo 3 hanno partecipato in un anno ad una iniziativa di partito e solo 1 è “riconducibile alla categoria del militante”.
Non c’è il rischio che un forte partito democratico tagli fuori una parte significativa dell’Unione (Verdi, Pdci, Rifondazione) Come farete a governare?
Guai se il Partito Democratico nascesse come un partito chiuso segnato da confini chiusi. Pur promosso da alcuni partiti l’apertura deve essere il suo carattere principale. Apertura a democratici di ogni provenienza partitica che vogliano partecipare alla sua vita. Apertura dentro la coalizione di governo verso chiunque preferisca continuare il suo cammino preservando la specificità delle sue ragioni e della sua identità.
Legge elettorale. Il proporzionale rischia di penalizzare il PD che verrà e comunque certamente da solo non garantirà la stabilità. l’italia non è un paese che ama il bipartitismo
Cosa ami l’Italia non lo so. Sono tuttavia convinto che la maggior parte degli italiani abbia scelto ormai la democrazia che governa e risolve i problemi e non solo quella che si limita a rappresentarli, che la maggioranza sia per una democrazia che consente ai cittadini di scegliere direttamente le soluzioni dei problemi, e non affida invece la loro scelta a delegati. E’ evidente che il superamento della legge elettorale, pensata per incoraggiare il frazionismo e impedire la governabilità è la prima domanda della quale dobbiamo farci carico, la prima promessa che abbiamo il dovere di mantenere.
IL PD per ora è solo la somma di Ds e DL. lei immagina un processo aperto ad altre forze ed esperienze? idv etc.
Ds e Dl sono i promotori del processo e non possiamo che riconoscere il rischio e la generosità di chi, come nelle primarie, ha accettato di prendere l’iniziativa. Nessuno dei partiti promotori si pensa tuttavia come guardiano degli ingressi nè come padrone della nuova casa. Il nuovo partito può dirsi un partito nuovo solo se riconosce come padroni i cittadini, i cittadini che prendono parte alla sua vita.
La Margherita si avvicina al congresso con forti divisioni sulla prospettiva politica, sulla leadership e sulle regole. De Mita ha definito i prodiani una setta. Non c’è il rischio di tornare a Parma, cioè al congresso costitutivo della Margherita?
L’ alternativa tra andare e tornare indietro è una alternativa costitutiva di qualsiasi organismo vivente. A Parma si manifestò per prima volta. Ma non ha mai cessato di essere in questi anni lo spartiacque del confronto interno. Chi conosce gli ulivisti della Margherita sa da sempre quale sia su questo spartiacque la parte che hanno scelto. E, lo stesso sa chi conosce De Mita. Lo dico con rispetto.
Lei è stato duro con l’iniziativa dei popolari a Chianciano. Castagnetti l’ha accusata di voler sciogliere i DS.
Non è la prima volta che qualcuno mi accusa di voler sciogliere qualcosa, La verità è che l’unico partito che ho sciolto, l’unico che si è sciolto sono i Democratici. Oggi sappiamo che esso è stato solo il primo. Anche annunciare sempicemente l’intenzione di fondare un nuovo partito, come facciamo oggi ad Orvieto significa infatti annunciare lo scioglimento o se più piace il superamento dei partiti esistenti. E questo non è un mio annuncio solitario. Se non ho visto male ad Orvieto c’è anche Castagnetti, a discutere con noi su comefondare un nuovo partito che sia anche un partito nuovo.
I rutelliani hanno letto Chianciano come una minaccia alla leadership di Rutelli. La presidenza è a rischio?
Quello che mi rattrista di più è quello di ridurre ogni dibattito politico ad organigramma. La discussione di oggi è sul Partito Democratico. Se non ricordo male Rutelli ne è stato finora uno dei maggiori sostenitori.
Lei è anche ministro della difesa. La pace sarà un valore fondativo del PD? non è riduttivo garantirla solo con le forze armate?
E chi è così pazzo da pensare che la pace possa essere preservata con le sole armi. Senza una cornice stabile di sicurezza, senza la certezza della legge e della sua difesa tuttavia nessuna comunità riuscirebbe a vivere e forse neppure a sopravvivere. Già troppe inferriate chiudono le nostre finestre. C’è qualcuno che pensa anche ai sacchetti di sabbia e alle mitragliatrici?